Regia di Tony Scott vedi scheda film
Al di là del suo pacchiano americanismamento e sbandieramentamento della potenza degli americani svolazzanti sullo stretto di Bering e le inverosimiglianze tipo il torneo tra i piloti degli F14 e quella bella gnocca della McGillis come istruttore, TOP GUN è una macchina perfetta da intrattenimento che ha segnato la mia generazione.
Il 1986 annovera fra i film epocali questo titolo dove si raccontano le gesta del talentoso pilota Pete Mitchell detto Maverick (un nome di battaglia che descrive il suo carattere individualista e solitario) proiettato fra i piloti TOP GUN alla base di Miramar dopo aver incrociato una coppia di MiG russi nel golfo Persico.
La sua formazione lo mette contro il fantasma di suo padre misteriosamente scomparso in battaglia, in competizione con il fortissimo rivale Iceman e con gli occhi negli occhi della bella istruttrice Charlie, alla fine il ragazzo si farà anche se ha l'abitacolo stretto e questaltr'anno volerà con l'aereo numero otto.
Nonostante l'indubbia banalità del racconto TOP GUN è un film perfetto senza mezza sbavatura, Tony Scott aveva esordito discretamente con Miriam si sveglia a mezzanotte, una storia di vampiri con Bowie la Deneuve e Susan Sarandon dall'alto contenuto erotico che non fece il botto, mai avrebbe pensato di farlo con questo film per il quale fu licenziato e riassunto a più riprese durante la produzione, ma molte delle idee per rendere l'effetto supersonico sono sue.
Il trucco dietro il volo supersonico
Anche oggi la costruzione delle battaglie aeree con i primi piani degli attori nei finti abitacoli, tutti giocati sugli sguardi poichè le bocche sono coperte dai respiratori, le splendide sequenze in volo dei veri aerei alternate a dettagliati modelli in scala hanno un effetto molto coinvolgente, sono dei gioielli di luce e montaggio che hanno la capacità tutta unica di far volare lo spettatore seduto sulla poltroncina del cinema.
I miei dodici anni furono segnati da questo film che vidi in sala a ripetizione, catturai subito uno dei miei primi LP che mi fa lacrimare nostalgico solo a pensarlo con quella selezione di brani rock eighties che più ottanta non si può, fra Kenny Loggins e i Berlin coninvolti da Moroder per eseguire la sua composizione più bella, romantica, ever green che si adagia con quell'incedere lento del synth alla base sulla love story fra Mav e Charlie.
Take my Breath away vinse uno strameritato Oscar e ancora oggi è LA LOVE SONG con cui puoi baciare chi ti pare, con lei non puoi fallire, c'è poi TOP GUN Anathem in cui spicca la chitarra munita di flying rose suonata dal grande Steve Stevens che al tempo era ancora una novità, la frase monolitica composta da Fartenmayer e eseguita da Stevens rimane scolpita come la bellezza del cresciendo emozionale della composizione che ha il suo apice nel solo funanbolico del chitarrista fra bicordi roboanti, tocchi glissati, sweep, tapping, armonici in picchiata con la barra del vibrato che richiamano quel volo supersonico degli F14 protagonisti assoluti del film.
L'apertura sulla portaerei con il crew in fermento per il decollo è una sequenza fenomenale in cui il mare aperto, il cielo e il metallo fumante degli aerei si fondono in un unico corpo, bisogna ancora una volta apllaudire Scott per la sua ostinaizone e un montaggio da antologia, nessun computer potrà mai eguagliare la misura di questa sequenza che sfocia nel battesimo del fuoco per Tom Cruise.
Il bel ToP abbronzatissimo divenne con questa sua lodevole prova uno degli attori più pagati e famosi al mondo, era perfetto per il ruolo e così doveva essere ma intorno a lui un cast perfetto accresce la luccicanza del film: Val Kilmer era sulla rampa di lancio come Cruise, belloccio e stronzo nella parte del rivale in gara fa un figurone, Anthony Edwards è bravissimo nel ruolo del caro amico Goose anche se non avrà successo come i due protagonisti, Meg Ryan fa la sua partner e si mette in luce per una carriera che anche per lei sarà felicissima, chi non farà troppa strada è la McGillis della quale tenevo una foto sul diario perchè mi piaceva un sacco, era molto carina ma darà il meglio in Sotto accusa, impeccabili come sempre Skerrit e Ironside in un ruolo finalmente positivo e coscienzioso e un giovanissimo Tim Robbins nel ruolo di Merlin, molti non si accorgono della sua presenza perchè in pratica compare sempre con casco e respiratore tranne che nella celebrazione finale sulla portaerei.
Il film è un lungo blocco memorabile con poche pause e anche qualche battuta divertente che va a segno come i missili esplosi da Maverick: la sequenza al club conclusa dalla McGillis "Il tuo amico è stato favoloso" naaaaaaaaaaa......, "Slider tu puzzi" mpf... mpf.....
Locations solari californiane da sogno, come il villino di Charlie e la spiaggia del match di beach volley, altra novità del tempo.
La scena d'amore girata fuori tempo massimo
Una curiosità fra i trivia: dopo un primo montaggio i produttori si accorsero che la storia fra Maverick e Charlie mancava di qualche sequenza romantica e una scena d'amore significativa per cui decisero di riconvocare i due attori per ulteriori ciak ma Cruise e la McGillis erano già sui set di "Il colore dei soldi" e "Witness". Cruise aveva i capelli corti ma folti alla Elvis e Scorsese vietò tassativamente che li tagliasse mentre la McGillis era passata al colore castano dovendo interpretare una amish, che fare?
Scott e i suoi collaboratori trovarono le giuste soluzioni: nella scena dell'ascensore che vede Charlie e Mav incontrarsi dopo il loro primo appuntamento Cruise ha i capelli bagnati dopo la doccia e la lunghezza non si nota mentre la ragazza indossa una divisa militare con il berretto ben calzato in testa, nella scena d'amore optarono per un filtro blu nella penombra del set che permise di mascherare il colore castano dei capelli della McGillis, ottime idee per correggere in corsa un film nato sotto una buona stella proseguito fra le difficoltà ma concluso con un grande successo, per me meritato.
TOP GUN ci ha fatto sognare e su di me ha un effetto nostalgico che pochi film hanno per cui le cinque stelle vengono dal cuore.
In memoria di Tony Scott
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