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Top Gun

Regia di Tony Scott vedi scheda film

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La recensione su Top Gun

di genoano
7 stelle

"Maverick" è un fenomeno in cielo, uno spaccone insicuro a terra; dure prove lo faranno maturare. Con "Top gun" l'estetica degli spot e dei videoclip entra nel cinema di propaganda; nonostante gli eccessi il film, con la spinta di una "top" colonna sonora, decolla quando prende la via del melodramma bellico, con un accenno all'Iliade. Voto 7.

Le spettacolari gesta di coraggiosi piloti, le loro grandi rivalità e le ancor più grandi amicizie, i drammi, i sensi di colpa, belle ragazze da conquistare, un giovane divo in rampa di lancio... che film memorabile! Gli manca solo la parola...non alludiamo a "Top gun" ma al film muto "Wings" ("Ali") del 1927, kolossal sugli aviatori della Grande Guerra, vincitore del primo premio Oscar come miglior produzione (miglior film); in una piccola ma significativa parte, c'era un Gary Cooper alle prime armi. "Top gun", del 1986, è il nipotino, molto somigliante al nonno, di "Wings", e rispetta le tradizioni di famiglia, cioè fare epoca, vincere l'Oscar (per la miglior canzone originale) e far decollare la carriera di un giovane promettente, Tom Cruise. Il personaggio di "Maverick" (nome che nel gergo dei cow-boys indica un manzo senza marchio, e per estensione un tipo fuori dagli schemi, ribelle) ricorda per certi versi il giocatore di biliardo interpretato da  Paul Newman in "Lo spaccone", un talento tutto rodomontate nel suo campo ma incapace di affrontare la vita vera; in quello stesso anno infatti Cruise e il mentore Newman si troveranno insieme in "Il colore dei soldi", seguito de "Lo spaccone". Nella prima parte di "Top gun" i piloti vengono rappresentati, tra pose innaturali e sorrisi sforzati, come i protagonisti degli spot degli after shave o dei chewing-gum che profumano l'alito e combattono la carie (in fondo cos'altro è la propaganda bellica se non un enorme spot?); poi il film fa una virata e riprende quota, in corrispondenza della scena dell'idillio tra Cruise/Maverick e Charlotte/Kelly McGillis, costruita come un videoclip musicale sul motivo indimenticabile della canzone da Oscar "Take my breath away", il cui ritmo riproduce il batticuore dell'innamoramento. La seconda parte del film, più drammatica, in cui la trama e le interpretazioni si fanno più asciutte e convincenti, rivisita alcuni snodi narrativi dell'Iliade. Solide ascendenze cinematografiche, una colonna sonora come poche e un tocco di epica sono il propellente che permette a "Top gun", film di cassetta degli Anni Ottanta per eccellenza, di volare sino ai giorni nostri sulle ali della nostalgia (a velocità Mach 2). 

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