Regia di Giorgio Ferroni vedi scheda film
Nel filone del cinema neorealista si inserisce anche questo film con Aldo Fabrizi protagonista, ambientato in una Livorno completamente rasa al suolo dai bombardamenti alleati. Tombolo, paradiso nero (il titolo è assolutamente ironico: la pineta a mare è molto più simile a un inferno) non è niente d'eccezionale, ma si segue con interesse anche per l'interpretazione di alcuni validi attori (fra i quali, il sempre bravo Luigi Pavese). C'è un residuo del razzismo alimentato durante l'epoca fascista, ed è il fatto che tutti considerino il peggiore destino possibile per una donna quello di finire a prostituirsi nella pineta del Tombolo e di andare con i "negri". (5 novembre 2007)
Nell'immediato dopoguerra, intorno a Livorno, occupata dagli americani, si sviluppano traffici di ogni genere. La bande di contrabbandieri proliferano con la borsa nera e con lo sfruttamento della prostituzione. Un ex poliziotto cerca la figlia, sfollata, e scopre che se la fa con questi trafficanti.
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