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Trama

Fabian Groys, giornalista d’assalto di un settimanale politico, gode di grande libertà perché le sue storie vendono. Dopo aver fallito uno scoop riguardante l’esercito tedesco, il direttore gli affida una giovane tirocinante. Fabian, che non sopporta di lavorare in coppia, la incarica di seguire quello che si presenta come il classico servizio da tabloid: un uomo si è suicidato gettandosi nella fossa dei leoni dello zoo. Grazie alla caparbietà della ragazza, emergono indizi che permettono di pensare che il caso cui stava lavorando Fabian e la morte dell’uomo siano connessi

Approfondimento

THE LIES OF THE VICTORS: UN THRILLER SULLA MANIPOLAZIONE DEI MEDIA

Diretto da Christoph Hochhäusler e scritto dal regista con Ulrich Peltzer, The Lies of the Victors è un thriller politico che getta una nuova luce su argomenti attuali collegati a temi come il potere, le lobby e la manipolazione dei media. Raccontando della diffusione di alcune mezza verità e della caccia a un grande scandalo, The Lies of the Victors rivela cosa controlli e/o influenzi i processi politici e giornalisti e rimette in discussione l'integrità dei politici e l'affidabilità delle fonti di informazione. La storia si concentra sul giornalista investigativo Fabian Groys, che - dopo essersi interessato per settimane allo scandalo dei fondi neri dell'esercito tedesco che 'trasforma' gli invalidi in persone sane - rischia di vedere il suo lavoro andare all'aria per via di un informatore che sta avendo dei ripensamenti e della volontà del suo capo di affiancargli la giovane stagista Nadja. Nel tentativo di levarsi Nadja dai piedi, Florian gli assegna l'incarico di investigare sulla vicenda di un operaio che lavorava in una società di riciclaggio e che è morto a causa delle tossine che inalava. Con sorpresa, Nadja e Florian scopriranno che il nuovo caso è strettamente connesso a quello su cui il giornalista stava già lavorando.

Con la direzione della fotografia di Reinhold Vorschneider, le scenografie di Renate Schmaderer e i costumi di Peri de Bragança, The Lies of the Victors è stato presentato in concorso al Festival di Roma 2014 e viene così descritto dal regista stesso: «Perché ho realizzato questo film? Avevo un desiderio. Mi piace vedere film che non esistono o che parlano di argomenti di cui nessuno si occupa. Oggi, mancano le narrazioni socio-politiche e il mio sogno era quello di realizzare un thriller politico moderno che catturasse lo spettatore e che lasciasse in lui un qualche segno. Non mi interessava il realismo fine a se stesso ma volevo realizzare una sorta di dialogo riflessivo che rimettesse in discussione ogni certezza. Oltre la superficie, c'è sempre un mondo da approfondire ma ho voluto coscientemente fermarmi a un certo punto: lo spettatore non deve necessariamente conoscere tutto nel dettaglio. Di conseguenza, la più grande sfida è stata trovare il giusto equilibrio tra la storia personale di Fabian e la visione panoramica del sistema in cui lavora, facendo di Fabian sia il protagonista sia lo specchio della sua stessa realtà.

Ruolo fondamentale in The Lies of the Victors riveste il concetto di 'opinione pubblica'. Al giorno d'oggi, molte professioni ruotano intorno a esso e ai meccanismi di impatto e percezione dei messaggi. I giornalisti professionisti, sempre meno in termini numerici, si trovano a far fronte a un numero crescente di specialisti, che non sono vincolati da alcuna neutralità: lobbisti, esperti e professionisti delle pubbliche relazioni possono essere molto pericolosi, soprattutto quando lavorano in segreto e dietro le quinte. The Lies of the Victors racconta anche di un'operazione segreta degli esperti di comunicazione: per impedire a Fabian e Nadja di scoprire lo scandalo dei rifiuti tossici, non esitano a deviarli su un'altra storia, a manipolarli e a mandarli fuori rotta. Tanto che quando scopre di essere oggetto di manipolazione, Florian si ritroverà in pericolo.

Per la trama del film, ho fatto riferimento ad alcuni casi verificatisi realmente nella Germania riunita: non desidero sollevare indignazione ma vorrei semplicemente sottolineare come coloro che agiscono in nome della sfera pubblica siano consapevoli degli interessi in gioco e della portata delle loro azioni».

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pazuzu di pazuzu
6 stelle

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alan smithee di alan smithee
4 stelle

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA - CINEMA D'OGGI   Una storia concitata, ma anche piuttosto confusa, una macedonia di vicende ed avvenimenti concatenati tra di loro che finiscono per risultare, a mio avviso, eccessivamente ingarbugliati. Un brillante giovane giornalista, bello come un modello da sfilata (vabbè facciamo finta che vada tutto bene), ma afflitto da una forma… leggi tutto

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2015
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