Trama
Sulla strada dal Paradiso all’Inferno, Lucifero attraversa il paradiso terrestre del Messico, dove vivono l’anziana Lupita e sua nipote Maria. Emanuel, il fratello di Lupita, finge di essere paralizzato così da poter bere e giocare d’azzardo, mentre le due donne badano alle pecore. Lucifero fiuta l’opportunità e si finge un miracoloso guaritore. Costringe Emanuel a riprendere a camminare, seduce Maria e fa perdere la fede a Lupita. Il piano, però, si ritorce contro Lucifero che non è riuscito a seminare sventura ma ha semplicemente illuminato la linea di confine tra il Bene e il Male.
Approfondimento
LUCIFER: LA GUERRA TRA BENE E MALE
Opera terza del regista e sceneggiatore Gust Van Den Berghe, Lucifer racconta di una delle tappe affrontate da Lucifero, durante la caduta dal Paradiso all'Inferno, e del suo tentativo di mettere a segno un piano teso a creare scompiglio in una povera famiglia messicana. Presentato in concorso al Festival di Roma, Lucifer - che gode della (particolare) direzione della fotografia di Hans Bruch jr - è così descritto dal regista: «La storia di Lucifer si svolge sulla Terra e non in cielo, come prevederebbe la storia originale. Una volta angelo preferito di Dio, Lucifero è stato bandito dal paradiso ed è diretto verso l'inferno. Non è più un angelo ma non è ancora un diavolo e, di conseguenza, non viene mai raffigurato come tale nel corso del film. Inoltre, egli è stato colui che per primo ha portato con sé la distinzione tra Bene e Male: è a lui che dobbiamo la conoscenza delle due diverse sfere ma anche la responsabilità del peccato originale e la nascita del libero arbitrio umano e della coscienza.
Lucifer è stato girato in Messico, nei pressi di Paricutin, il vulcano più giovane sulla Terra. Nel villaggio in cui abbiamo girato il tempo sembra essersi fermato e le credenze e le tradizioni secolari non sono cambiate, a dispetto del mondo circostante che si è invece adattato ai tempi che corrono. Si tratta di un luogo che si sta proteggendo ma che al tempo stesso sta attendendo di crollare. Questa dualità mi ha spinto anche a lavorare con gli attori del luogo.
Il film, infine, è realizzato con un particolare formato rotondo, simbolico della struttura circolare con cui intendo il paradiso, considerato da me come chiuso e con il cielo al suo centro. Il mio approccio è stato filosofico, ho cercato di collegare i microcosmi con i macrocosmi: guardo il mondo come se lo si vedesse dal cielo nella sua vera forma planetaria. Allo stesso tempo, è come se guardassimo il mondo attraverso un periscopio e ne scoprissimo il suo tessuto molecolare».
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