Regia di Sean Evans, Roger Waters vedi scheda film
Waters prende quella che è, assieme ad Animals (1977) e Wish You Were Here (1975), l'opera più riuscita della sua carriera (firmata coi Pink Floyd, ma è risaputo a chi ne vada attribuita la paternità), un capolavoro musicale e concettuale, e le dà nuova vita con questo Roger Waters: The Wall, di cui firma la regia assieme a Sean Evans.
Particolare ibrido tra film-concerto/tournée con sprazzi di narrazione facenti da pretesto alle riflessioni dell'artista, in viaggio verso la tomba del padre mai conosciuto, Roger Waters: The Wall non aggiunge niente al famoso concept-album (e non sembra volerlo fare), così che i punti di forza dell'operazione sono le performance dei musicisti e le gigantesche scenografie, se non ovviamente il piacere di riascoltare, con l'annessa qualità del suono moderno, dei pezzi intramontabili che hanno segnato la storia della musica e non solo. Va comunque dato atto a Waters di essere in grado di concepire soluzioni visive di grande effetto, riuscendo a dare al viaggio onirico verso la tomba paterna delle venature inquietanti, nonostante la sua natura catartica.
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