Regia di Zvonimir Juric vedi scheda film
Il buio, i silenzi, le frasi appena pronunciate, gli sguardi, la diffidenza perfettamente fotografate dal regista Zvonimir Juric non possono non nascondere la pesante eredità che ha lasciato la sanguinosa e feroce guerra etnica del Balcani. Le atrocità di quegli anni hanno lasciato il segno.
Il buio, i silenzi, le frasi appena pronunciate, gli sguardi, la diffidenza perfettamente fotografate dal regista Zvonimir Juric non possono non nascondere la pesante eredità che ha lasciato la sanguinosa e feroce guerra etnica del Balcani. Le atrocità di quegli anni hanno lasciato il segno nella popolazione e ogni gesto, ogni reazione dimostrano quali ferite ognuno di loro si porta appresso come un marchio nell’animo e sulla pelle. Impressioni che vengono esaltate dal silenzio di fondo e dall’assenza di commento musicale.
È una storia breve, che si dipana in una sola notte: poche persone, una piccola cittadina e una lotta psicologica tra il fidarsi di una persona inaffidabile e i dubbi di un giovane benzinaio, situazione emblematica della nuova Croazia . Infatti si conoscono bene tutti ma la fiducia dell’uno verso l’altro è flebile e basta un piccolo screzio per scatenare la rissa.
The Reaper (2014): Mirjana Karanovic
The Reaper (2014): scena
Parlano soprattutto gli sguardi. Quello di Mirjana, che vede nell’insperato aiuto da parte di uno sconosciuto la soluzione all’imprevisto che l’ha colta nel pieno della notte in aperta campagna, ma non sa scegliere se fidarsi e affidarsi del tutto o rimanere a distanza; quello di Josip, il benzinaio che osserva tutto ciò che gli succede intorno e non lega più di tanto con il fratello, ma che dà con la sua telefonata al comando di polizia il via ad una notte inquieta; quello di Kreso, il poliziotto che osserva mestamente lo straniante epilogo finale e anche lui preferisce riflettere in silenzio sul comportamento (dis)umano dei suoi compaesani; ma soprattutto lo sguardo anestetizzato dietro i cui occhi si cela un passato che vuole dimenticare, lo guardo triste di Ivo, il “mietitore” che vuole una vita normale ma che ha paura egli stesso dei suoi istinti e che vive in una povera casa in cui le tazze di tè abbandonate e mai lavate sono lì a testimonianza dei bombardamenti che mai dimenticheranno. Tutti questi occhi si incroceranno, scambiandosi messaggi silenziosi e nascosti tra le poche frasi che pronunceranno le bocche sottostanti, fino al tragico epilogo. Epilogo in cui le persone si guarderanno in faccia con l’espressione di chi pensa che era inevitabile, che quello che è successo prima o poi sarebbe accaduto.
The Reaper (2014): Igor Kovac
The Reaper (2014): Ivo Gregurevic
Tramite le tre linee narrative – la disavventura della signora Mirjana, una festa nel bar del paese, unico luogo di rumore, allegria e musica, la vita privata familiare problematica del poliziotto Kreso – che alla fine si riuniscono in un unico letto di scorrimento narrativo, Zvonimir Juric ci mostra ciò che a lui interessa veramente: le conseguenze del passato. Passato multiforme, ma che è marchiato a fuoco in quella che è stata la vita turbolenta di Ivo (un eccellente Ivo Gregurevic) e nei ricordi appena appena sepolti nella mente degli abitanti sotto forma di guerra fratricida. Sono ricordi pesanti che hanno lasciato il segno ma che fanno finta di aver dimenticato, tra bambini ammalati e bevute alcoliche fino ad addormentarsi. Mentre fuori, nel buio, i quattro fari del trattore del seminatore che avanza con il suo ritmo lento ci ricordano solo gli horror della nostra mente, che vogliamo ma non riusciamo a dimenticare.
Opera molto affascinante che merita la visione.
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