Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Ho scoperto Miike tardi, con lo splendido "Shield Of Straw", e mi sono avvicinato con curiosità a questo suo ultimo lavoro, trasposizione cinematografica di un manga, il tipico fumetto giapponese. La curiosità era doppia, perché se con "Shield Of Straw", il regista presentava un Cinema formale, a tratti classico, un thriller di eccellente fattura, qui, il registro, è ovviamente completamente differente, ma il risultato è, ancora una volta, di grande pregio. Sono completamente estraneo alla filosofia manga, quindi non conosco affatto il lavoro dei disegnatori Kaneshiro e Fujimura e non posso sapere quanto della follia di questo film sia merito loro e quanto di Miike, ma già solo nel primo quarto d'ora, si capisce d'essere al cospetto di un Cinema irresistibilmente pop, folle, splatter, horror, con tutti questi studenti in balìa di una specie di zucca parlante che fa saltare una testa dopo l'altra. Straniante, visionario, sopra le righe, divertente nonostante il sangue scorra a fiotti, misterioso. E per tutte le due ore, il film presenta situazioni paradossali, enigmi da risolvere, strani mostri che paiono giocattoli ma sono di una cattiveria inaudita, e in tutta questa baraonda, con enormi cubi che si muovono nei cieli delle principali città della Terra, si muovono questi studenti, rapiti da un qualche tipo di divinità, che credo si rifaccia anche alla mitologia profonda del Giappone. E' qualcosa che si muove fra "Cube" di Vincenzo Natali, l'enigmista di Saw, l'animazione per ragazzi e il cinema splatter. Con pennellate pop e una regia strepitosa, che non fallisce un'inquadratura e non fa calare quasi mai il ritmo. C'è da dire, unica pecca ma di relativa importanza, che non si capisce praticamente nulla del perché queste (presunte) divinità se la prendano con i ragazzi dei licei (per punirli della loro apatia?) o da dove diavolo sbuchino, ma il finale aperto lascia intendere che potrebbe esserci un seguito. Non lo so e poco m'importa, rimane questo gustosissimo manga cinematografico che testimonia la grandezza di questo regista assolutamente distante dai luoghi comuni. Molto bello.
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