Regia di Adriano Bolzoni vedi scheda film
Terza pellicola diretta da Adriano Bolzoni, ma la prima di fiction (precedentemente aveva girato due documentari); sarà anche la penultima come regista, per uno sceneggiatore fra i più prolifici dell'epoca. Bolzoni fino a quel momento aveva scritto principalmente copioni 'alimentari', dai cappa & spada agli spaghetti western; ritrovarlo dietro la macchina da presa con ambizioni autoriali può perciò lasciare abbastanza perplessi. Anche qui si occupa della sceneggiatura, insieme al francese Guy Peroll; la storia è un bignamino neppure troppo approfondito o particolarmente acuto delle bassezze borghesi inquadrate da un punto di vista spudoratamente sessantottino (cosa pure bizzarra, per un ex repubblichino). Quantomeno la narrazione non subisce grossi intoppi (anche se il ritmo cede qua e là spazio ai dialoghi, alle concettualizzazioni un po' forzate) e il cast vede interpreti di sufficiente levatura: oltre all'esordiente Paolo Turco troviamo Francoise Prevost, Tery Hare (italianissima) e l'inglese Peter Larence, nonchè in parti meno importanti Umberto D'Orsi, Bernard Blier e Don Backy, che si occupa anche della colonna sonora interpretandone il tema portante. In definitiva, date le premesse, si poteva dire qualcosa di più o perlomeno di meno scontato; non mancano accenni erotico-morbosi che contribuiscono a banalizzare i contenuti dell'opera. 3,5/10.
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