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Lulu

Regia di Luis Ortega vedi scheda film

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La recensione su Lulu

di steno79
8 stelle

Nahuel Pérez Biscayart, Ailín Salas, Luis Ortega

Lulu (2014): Nahuel Pérez Biscayart, Ailín Salas, Luis Ortega

Festival Internazionale del Film di Roma- Sezione Cinema d'oggi. Lucas e Ludmila sono due giovani che vivono per strada nella Buenos Aires di oggi, in una relazione complicata, fatta di alti e bassi: Ludmila vive in una specie di baracca in un parco perché non sopportava più la tensione creatasi nella sua famiglia e si reca da un dottore perché nel suo corpo è rimasta conficcata una pallottola, sparata quasi per gioco dal ragazzo che ama tirare col fucile contro i monumenti pubblici. Per guadagnare qualcosa, Lucas aiuta un vecchio di nome Hueso a trasportare carcasse di animali su un camion, ma non disdegna anche una bizzarra rapina in una farmacia in cui coinvolge anche Ludmila. Il loro è un amore libero, indisciplinato e anarchico: Ludmila parla di avere dei bambini, sembra pensare ad una relazione stabile nonostante la giovane età e i problemi familiari che sono stati accennati, Lucas rimane invece una figura astratta, per certi versi capricciosa e incomprensibile: quando gli si presenta l'occasione tradisce Ludmila con un futile pretesto e non si sa mai cosa possa passargli per la testa... La svolta finale non deve assolutamente essere rivelata...

Una bella sorpresa questo film dell'argentino Luis Ortega, un regista a noi del tutto sconosciuto arrivato al suo sesto lungometraggio con "Lulu", fortunatamente presentato a Roma dopo essere sbarcato anche a Toronto, che si spera vivamente possa trovare una distribuzione nel nostro paese. E' un film spiazzante come i suoi personaggi, una storia di disagio e indigenza calata in un contesto realistico e resa con uno stile di grande concretezza, pur con qualche risvolto leggermente surreale come la citata scena della rapina in farmacia in cui il ragazzo si mette a cantare e ballare, manco fosse il protagonista di "Arancia meccanica" (ma siamo in un territorio decisamente lontano dalla riflessione sulla violenza di Kubrick, personalmente mi ha ricordato molto più i Dardenne de "L'enfant", probabilmente un riferimento obbligato visto anche lo stile naturalistico e le assonanze nella trama).  Nella conferenza stampa il regista ha parlato di "un film su una libertà compulsiva" sperimentata da due emarginati con pericolose tendenze autodistruttive: sicuramente la visione della realtà contemporanea è di un pessimismo allarmato, ma mai semplicistico, che trasuda da uno stile compatto e formalmente ormai maturo. Alla riuscita dell'opera contribuisce notevolmente l'interpretazione di Ailin Salas e di Nahuel Perez Biscayart, volti inediti ma fortemente espressivi in personaggi alienati che non erano semplici da caratterizzare.  Finora, uno dei film più interessanti visto nella rassegna romana. 

voto 8/10

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