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Tokyo Love Hotel

Regia di Ryuichi Hiroki vedi scheda film

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La recensione su Tokyo Love Hotel

di maurizio73
5 stelle

Incrociando l'esperienza nei pinku eigu con la più tardiva passione per le più classiche tragicommedie del cuore, l'autore di Vibrator alterna le vicissitudini di altrettante coppie variamente assortite per le quali il sesso rappresenta il facile espediente di un'economia di sussistenza quanto il libero sfogo di esistenze frustrate.

Dalla reception di un albergo a ore nel quartiere a luci rosse di Tokyo, il giovane Toru vede passare ogni giorno con indolente rassegnazione la pittoresca umanità di una metropoli dove il sesso può essere il facile espediente di un'economia di sussistenza che il libero sfogo di esistenze frustrate. Quando pero' gli sfilano davanti, prima la sorella più piccola come protagonista principale di un film pornografico e dopo la bella fidanzata alla ricerca di un contratto discografico con un influente produttore, la sua capacità di sopportazione raggiunge il limite.

 

locandina

Tokyo Love Hotel (2014): locandina

 

Sotto le mentite spoglie di una commedia rosa dall'impianto corale e dal ritmo compassato, Ry?ichi Hiroki propone lo spaccato melanconico di una città a misura d'uomo che sembra vivere una precarietà esistenziale fatta di facili compromessi e di scommesse sentimentali a breve scadenza, barcamenandosi tra il sogno di una stabilità lavorativa lontano da casa e l'autoreclusione domestica nell'attesa di una imminente prescrizione, tra una comoda scorciatoia per il successo e gli imprevisti risvolti amorosi dello sfruttamento della prostituzione, tra le idiosincrasie di clienti inadeguati e le zelanti deformazioni professionali di detective fedifraghe. Incrociando la sua primigenia esperienza nei pinku eigu nelle divertite scene ad alto tasso erotico con la più tardiva passione per le più classiche tragicommedie del cuore, l'autore di Vibrator scandisce la cronologia delle 24 ore lavorative del giovane Toru, alternando alla sua indecisa storia d'amore con la bella Saya, le vicissitudini di altrettante coppie variamente assortite per le quali il sesso rappresenta il facile espediente di un'economia di sussistenza quanto il libero sfogo di esistenze frustrate, avanzando il sospetto che uno strumento così duttile e versatile, persino in una società aperta e libera come quella giapponese, rappresenti l'invalicabile tabù di una inibizione culturale che impone una decisa inversione di rotta per una sicura stabilità relazionale. Non ostante il filo conduttore della storia principale venga penalizzato un po' troppo nell'economia di un racconto dalla struttura volutamente episodica ed il ritmo risenta delle lungaggini di una durata decisamente fuori misura, lo sguardo di Hiroki rischia giusto un paio di volte di scadere nel patetico, mantenendo con ammirevole coerenza la malinconica sensibilità di chi guarda ai propri personaggi con simpatia e tenerezza, con il garbato disincanto che si deve ad una umanità fragile e sofferente in cerca di un improbabile riscatto; dove pure le pene del cuore della bella Saya diventano l'utile ispirazione artistica per un successo discografico da innaffiare con le calde lacrime dell'amor tradito. Presentato al Toronto International Film Festival 2014, è uscito in Italia solo un paio d'anni dopo per la distribuzione della Tucker Film.


Io lavoro al bar
Di un albergo a ore,
Porto su i caffè
A chi fa l'amore.

 

Vanno su e giù
Coppie tutte uguali,
Non le vedo più
Manco con gli occhiali.

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