Regia di John Lennon, Yoko Ono vedi scheda film
Un'idea alla Andy Warhol, oppure alla Yoko Ono (& John Lennon, ma come è noto il cantantautore inglese non ebbe alcun tipo di stimolo creativo filmico fino al fatidico incontro con la performer giapponese); minimalismo estetico, ma ancora più ridotte le idee, cioè una sola: camera fissa su un cantiere, osserviamo a grande velocità il lavoro di costruzione (=erezione) di un palazzo. La colonna sonora, manco a dirlo, è a cura della stessa Yoko Ono, che sceglie rumori assortiti tratti dal suo disco Fly, principalmente un indigeribile, assordante mix di sassofoni suonati a caso e urla sguaiate della stessa Ono. Il significato di Erection? Non esiste, come per gran parte della produzione dell'artista giapponese, della quale ogni dubbio di sottovalutazione viene ampiamente e fermamente smentito dalla visione di questo cortometraggio; inquietante il doppiosenso infantile che perdura anche nella traduzione italiana, dove l'erezione è intesa sia come creazione di un'opera architettonica, sia nell'accezione prettamente sessuale. Come per i molesti lavori di Godfrey Reggio, impossibile guardare questo film senza mandare a velocità doppia. E poi tripla. E quadrupla. Etc. 2/10.
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