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Tiro al piccione

Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film

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La recensione su Tiro al piccione

di alan smithee
7 stelle

GIULIANO MONTALDO

Ancora Seconda Guerra Mondiale in quello che fu il notevole esordio da regista di Giuliano Montaldo. Alla fine del 1943 un giovane senza progetti di vita decide di arruolarsi tra i ranghi fascisti della Repubblica Sociale italiana. In seguito ad un gesto eroico per il compimento del quale rimane ferito, e poi decorato con la medaglia al valore, conosce in ospedale Anna, una infermiera volontaria, in realtà donna che frequenta gli alti ranghi della milizia. Lui si innamora perdutamente di lei, e la donna finisce in qualche modo per assecondare gli ardori del piacente giovane.

Sullo sfondo la disfatta del fascio in concomitanza con la ritirata tedesca e l’avvento delle forze alleate. Crisi di coscienza, arrivismi, fuga dai partigiani e resa, nella storia di formazione di un giovane che comprende quando è ormai troppo tardi, il giusto valore della voce della coscienza.

Efficaci dialoghi, di forte intensità emotiva, scandiscono una vicenda intima che si rispecchia in un quadro storico dominato dalla confusione e dallo spirito di vendetta e rivalsa tra due fazioni antagoniste:

-“Marco! Non vedi quello che succede? E’ tutto finito ormai. E gli uomini lo sanno. Ecco perché fanno così! Ecco perché ormai pensano solo a se stessi!”

-E la patria Elia?

-La patria? La patria ormai sta dall’altra parte. E’ difficile da capire, per chi ha combattuto come noi! E’ che bisognerebbe sapere per cosa si combatte.

Noi invece siamo sempre andati avanti, così, senza capire, senza ragionare”.

Da questo splendido e straziante stralcio di dialogo comprendiamo il dolore della disfatta, l’amarezza per la disillusione che ha ingannato e fuorviato una intera generazione con le sue false promesse ed i suoi inganni.

Protagonista dapprima eroico della vicenda, poi disilluso fuggiasco per amore, un intenso Jacques Charrier, attore di gran classe – fu anche marito della Bardot - che ha quantitativamente lavorato poco, abbandonando prematuramente il mestiere, ma sempre con i più grandi nomi della cinematografia europea (Carné, Jacque, Demy, Chabrol, Cayatte, Deville, Varda).

Lo affiancano Eleonora Rossi Drago nella parte di Anna, amante al servizio degli alti ranghi militari, Gastone Moschin e Francisco Rabal, oltre ad una apparizione di un giovanissimo Enzo Cerusico, nel ruolo del pastorello sacrificato dai tragici eventi.

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