Regia di Ronald Neame vedi scheda film
"Dio, che cosa vuoi ancora da noi? Siamo arrivati fin qui senza il tuo aiuto, lo abbiamo fatto da soli con le nostre forze! Non ti abbiamo chiesto di batterti per noi, ma almeno non batterti contro di noi! Lasciaci in pace! Quanti altri sacrifici vuoi? Quanto altro sangue vuoi? Quante altre vite?".
[Gene Hackman]
Una delle ricette (quasi) perfette del catastrofico alla Irwin Allen, tratto dagli sceneggiatori Stirling Silliphant (Il villaggio dei dannati, La calda notte dell'ispettore Tibbs, I nuovi centurioni) e Wendell Mayes (L'aquila solitaria, L'albero degli impiccati, Anatomia di un omicidio, Tempesta su Washington) dall'omonimo bestseller (1969) di Paul Gallico e diretto dal londinese Ronald Neame (che tornerà al genere alcuni anni dopo con Meteor). Dopo che i titoli di testa, accompagnati in sottofondo dalla colonna sonora di John Williams, hanno annunciato la parata di divi, più o meno celebri o affermati, impegnati nel film (Gene Hackman, Ernest Borgnine, Shelley Winters, Leslie Nielsen, Red Buttons, Stella Stevens, Carol Lynley, Arthur O'Connell), Neame entra subito nel vivo della vicenda: "Alla mezzanotte di Capodanno la S.S. Poseidon, in rotta da New York ad Atene, si è imbattuta in una catastrofe e si è persa. Ci fu soltanto una manciata di superstiti. Questa è la loro storia...". È l'ultimo viaggio del transatlantico Poseidon ("Non è una vera nave: è un albergo con una prua e una poppa appiccicate") prima della demolizione: durante il veglione di Capodanno, però, arriva la notizia di un maremoto al largo delle coste di Creta ("Scosse della durata di 42 secondi, onda secondaria di 3,6 gradi della scala Richter, durata di 10 secondi. Le prime segnalazioni indicano un vasto assestamento del fondo marino con fortissimo moto ondoso in aumento verso Nord-Est"). Il Poseidon, investito in pieno dallo tsunami, non regge l'urto della gigantesca montagna d'acqua e si ribalta. Mentre la nave affonda lentamente, uno sparuto gruppo di superstiti, capeggiato dal reverendo Scott (Gene Hackman), tenta l'impresa disperata di risalire i ponti, i passaggi di servizio allagati e i condotti d'aerazione del Poseidon in fiamme, per raggiungere la superficie.
L'avventura del Poseidon, tra i titoli precursori, insieme a Airport di George Seaton, del restyling hollywoodiano del filone catastrofico avviato tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta, deve gran parte della propria riuscita all'entusiasmo del produttore Irwin Allen e alla mano sapiente della regia di Neame, che evita di alleggerire la tensione della vicenda, se si esclude la presentazione introduttiva dei personaggi, con eccessive sdolcinature per realizzare un disaster movie spettacolare e coinvolgente, seppur orchestrato sulle consuete e già rodate dinamiche drammaturgiche (retorica, stereotipi, sentimentalismo) di un genere ormai in rampa di lancio, tra i palpiti dell'emozione e i fuochi d'artificio degli effetti speciali, verso l'apice del successo. Nonostante lo smalto della confezione, restano evidenti, però, quei difetti congeniti che impoveriranno progressivamente l'ispirazione dell'intero filone, a partire dai risvolti patetici, che monopolizzano in una stucchevole estetica strappalacrime le relazioni tra i personaggi, fino ad arrivare all'esasperazione schematica di caratteri, ruoli e situazioni e al sacrificio della verosimiglianza sull'altare del brivido e del divertimento. Fotografia, splendida, di Harold E. Stine, montaggio di Harold F. Kress, scenografie curate da William J. Creber, effetti speciali del leggendario A. D. Flowers e di L. B. Abbott, premiati con l'Oscar (su un totale di nove nomination) insieme alle languide melodie di The Morning After (miglior canzone, scritta da Al Kasha e Joel Hirschhorn). Un sequel, L'inferno sommerso, nel 1979, girato direttamente da Irwin Allen e due inutili remake (un Tv-movie diretto da John Putch nel 2005 e, l'anno seguente, Poseidon di Wolfgang Petersen).
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