Regia di Max Neufeld vedi scheda film
-Io sono lo strumento con cui Venezia tortura Padova- Angelo Malipieri. Interessante dramma sulla politica veneziana di metà cinquecento e gli intrighi di palazzo. Un po' pesante: da evitare se non si apprezzano i drammi in costume.
Angelo è sposato con Caterina ma ha una relazione con Tisbe, un'attrice che viaggia con Rodolfo presentato come suo fratello in realtà suo amante ma anche il primo e vero amore di Caterina. Tisbe sta anche cercando la figlia della donna che salvò la madre dalla pena capitale e alla quale aveva donato un crocifisso. Caterina, vittima di un complotto ordito proprio da Angelo e Tisbe, viene salvata da lei in extremis dato che ha riconosciuto in lei la figlia della donna che ha salvato la madre dalla pena capitale.
Come si capisce dalla trama, l'intreccio è molto complesso. La prima parte del film è complicata da seguire perché tutte le vicende si intersecano rendendo ardua la comprensione, nettamente superiore è l'ultima mezz'ora perché, sbrogliandosi la matassa, si capiscono tutte le varie relazioni.
Gli attori non mi sono rimasti impressi in maniera particolare, tra tutti mi è piaciuta Elsa de Giorgi nel ruolo di Caterina.
Non conosco la pièce di Hugo quindi non posso dire quanto sia aderente, fatto sta che di Padova se ne vede ben poca. Anzi, niente. La maggior parte delle scene è ambientata a Venezia (alcune immagini molto belle). Villa Pisani di Strà viene spacciata per Padova: per un non padovano va più che bene, a me è dispiaciuto un po' perché la mia città è bellissima e spesso poco conosciuta.
Voto: 6.5/10 mezzo voto in più per il bel finale!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta