Regia di Nicola Campiotti vedi scheda film
Domani sarà. Domani sarà, se ci sarà ancora qualcosa da raccontare a chi non conosce il passato: una favola per i più piccini, una leggenda antica, un ricordo d’infanzia, un patrimonio di saggezza risalente alla notte dei tempi. Il futuro si costruisce sulle storie che parlano di entità invisibili, che sembrano fantastiche, ma possono diventare reali con la forza della fede del cuore. I loro personaggi sono gli dei, il buon governo, l’armonia universale. Tutto si dipinge, si rima, si tramanda oralmente, e tutto, in fondo, nasce dalla natura: la terra da cui veniamo, e a cui purtroppo ci dimentichiamo di appartenere. Il piccolo Elia ascolta, mentre viaggia, mentre scopre, mentre si pone domande. In questo suo lungo itinerario attraverso l’Italia delle ingiustizie e delle incoerenze, lo accompagna il regista Nicola Campiotti, che lo prende per mano e lo chiama suo fratello minore. Il percorso ricorda quello compiuto da Cadmo, eroe della mitologia greca, partito alla ricerca della sorella Europa, dopo il rapimento di questa da parte di Zeus. La tradizione vuole sia stato l’inventore dell’alfabeto, l’insieme di suoni e di simboli di cui si compone ogni verità immaginata o costruita dall’uomo. Si deve cominciare da lì, dall’ABC, come un alunno della prima elementare, per mettere ordine negli eventi del mondo, dando a ciascuno il giusto nome. M come Matilde, la bambina che respira le esalazioni di un inceneritore. F come fabbrica, che troppe volte è un luogo di morte. A come altri, quelli che sono diversi da noi, che esistono nonostante noi, e che sono universi completi di tutto, proprio come noi. S come Sibille, le donne che spiegano la vita con versi arcani, tirando fuori la luce dagli abissi neri della magia. Per crescere bisogna stupirsi, anche di poco, magari con atteggiamento goffo e sognante, facendo della propria inesperienza il terreno vergine sul quale ogni passo imprime un segno profondo e irregolare: uno sbuffo della fantasia, uno scarabocchio dell’ingenuità. Questo film non ha paura di giocare - applicando l’adorabile imprecisione della spontaneità - con gli interrogativi, le denunce, le preghiere, le parabole, i ritratti, le caricature, le allegorie, le maschere, le mappe, tutte le forme verbali e iconiche con cui da sempre si aiuta la memoria a registrare, e la ragione a capire. Sono strumenti artistici a portata di ogni bambino, malleabili rispetto alla loro la creatività, e buoni per ogni situazione, come i mille perché che prima innescano, con un po’ di curiosa impertinenza, la voglia di imparare, e poi, in maniera più perentoria, il desiderio di ribellarsi, di cambiare le cose. Questo documentario inanella le testimonianze raccolte lungo la strada come le strofe di una filastrocca, a cui ogni giorno si aggiunge un pezzo nuovo, improvvisato secondo l’umore, e decorato con i colori trovati sul posto. Sarà un Paese è il diario illustrato di una speranza che, anzitutto, deve guardarsi intorno, per scegliere con chi, e in quale direzione, iniziare il proprio cammino.
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