Regia di Bruno Mattei vedi scheda film
Alla fine della seconda guerra mondiale un gruppo di gerarchi nazisti mette in piedi una casa di tolleranza per soli ufficiali. Si tratta però di una trappola, per valutare se i frequentatori del bordello sono traditori del Reich e, a quel punto, punirli sanguinosamente.
Nazisploitation di medio livello, cioè non estremamente misero e truce, ma neppure elaborato o colmo di idee e trovatine come altri film analoghi di quel periodo potevano essere; si tratta della terza regia per Bruno Mattei, che si firma per l'occasione Jordan B. Matthews e gira in contemporanea (e con un cast molto simile, tecnico e artistico) l'affine KZ9 - Lager di sterminio (1977). Un lavoro portato a termine senza troppo entusiasmo, una scimmiottatura abbastanza evidente del Salon Kitty (1976) da poco uscito a firma Tinto Brass; punizioni corporali, torture e accoppiamenti sessuali - cioè i piatti forti del menu - sono messi in scena in maniera piuttosto dozzinale e, a quanto se ne sa, lo stesso Mattei giudicava poca cosa quest'opera all'interno della sua vasta filmografia. Il gran finale orgiastico-funebre è in effetti carente da ogni punto di vista. Ivano Staccioli, Vassili Karis, Eolo Capritti, Luciano Pigozzi, Macha Magall, Giovanni Attanasio, Marina Daunia sono i nomi principali nel cast: neppure male per essere un prodottino di serie Z; spigliata la colonna sonora di Gianni Marchetti. Mattei proveniva dal montaggio e troverà in seguito la sua strada principalmente in due generi, senza dubbio intuibili vedendo questo film: nell'erotico/softcore e nell'horror. 1,5/10.
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