Regia di James Benning vedi scheda film
L'arte è contemplazione. La contemplazione è introspezione e libertà. Cinema dentro il Cinema. Cinema che emerge e si distacca dal Cinema, si libera da esso e da tutto ciò che è realtà rappresentativa. Le vesti cadono, la concezione dell'umano scompare, la macchina da presa viene solo azionata, l'autore si estingue. Ten Skies come Nightfall o più in generale tutta la filmografia di Benning è immanenza unica e pura, realtà creata e non riprodotta.
Ten Skies è in perenne contemplazione. Lo si contempla come si contemplava Moods of the Sea (1941), la sua realtà è una immagine primordiale, l'osservazione e lo scrutamento del cielo alla base dell'umanità, da quest'atto primitivo posto come punto cardine della concezione del tempo e come testo da cui apprendere e conoscere, tutto decade, tutto si spegne e tutto cessa di esistere. Benning offre la visione di dieci cieli, l'importanza di tale immagine viene capita e consacrata mediante film.
Nessuno starebbe mai con lo sguardo fisso sul cielo per più di dieci minuti, perciò questo cineasta inavvertibile e inarrivabile crea un'opera che contiente tutto ciò che nell'umanità non è presente, tutto ciò che nessuno penserebbe mai di fare lui lo fa, aziona la meccanica trascendentale del Cinema incarnando una perfezione classicista.
Giudizio finale:10
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