Regia di Luigi Capuano vedi scheda film
Tra le popolarissime pellicole d’avventura picaresca di Luigi Capuano “La Tigre dei Sette Mari” magari non sarà la produzione migliore, però non sfigura del tutto. Il plot si incentra sulle gesta dell’impavida Consuelo (Gianna Maria Canale), unica erede del bucaniere “il Tigre” (Carlo Ninchi), il quale viene ucciso a tradimento da uno dei suoi seguaci. La colpa ricade su William Scott (Steele), amante di Consuelo; quest’ultima comunque è convinta dell’innocenza di William e intuisce che in verità c’è dietro un piano architettato da dei traditori vicini al funzionario spagnolo locale Inigo de Cordoba (Ernesto Calindri) con lo scopo di impossessarsi di alcuni tesori di cui William ha delle preziose informazioni. Consuelo, diventata il capitano della “Santa Maria” dopo aver vinto un duello, si avvierà a una caccia spietata al fine di scovare il perfido delatore. Nella confusione generale dello script si può notare palesemente come abbiano praticamente tralasciato la scrittura di molti colloqui, tanto che Calindri, avendo il copione bianco, tergiversa spesso con un sorriso beffardo. Insomma, non avevano i soldi per gli sceneggiatori... Rimane quindi da apprezzare l’artigianalità non sopraffina ma invitante dei costumi tardo-cinqueceteschi, dei combattimenti all’arma bianca (i partecipanti stanno a una distanza di un braccio l’uno dall’atro, agitando sbalestratamente la spada: una dinamica scombussolata che può pure divertire), di rappresentazioni dignitose degli ambienti, sebbene rovinate parzialmente da una fotografia sotto il livello di guardia. Arzilli i frammenti farseschi con Carlo Pisacane (aggiungono un po’ di pepe ai frequenti snodi noiosi). Ammirevole altresì il coraggio di aver scelto una protagonista femminile agguerrita e lontana da consueti cliché. Due stelle. E mezza per le sexy presenze della Canale e di Maria Grazia Spina.
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