Regia di Guido Malatesta vedi scheda film
In una terra lontana, amministrata dai Romani, accadono strane cose: tanto per cominciare, qualcuno fa sparire grandi quantità di oro. Il console Dario viene perciò inviato in ispezione e si trova di fronte a un governatore corrotto e tirannico.
Scritto e diretto da Guido Malatesta, La rivolta dei barbari è il solito filmetto pseudostorico di quel periodo, realizzato con mezzi scarsi e pure meno idee da un manipolo di mestieranti e modesti artigiani del nostro cinema, il cui sottobosco era all'epoca decisamente florido. Malatesta ne faceva parte ormai da tre lustri, avendo esordito come sceneggiatore all'inizio degli anni Cinquanta e come regista nel 1956; successivamente si era quindi specializzato nei cosiddetti peplum (o pepla), cioè le pellicole in costume antico nelle quali si attingeva allo stesso modo ai libri di Storia oppure alle leggende per confezionare un'ora e mezza di avventure, azione e buoni sentimenti. Qui siamo in epoca romana e la trama non spicca per originalità; a dire il vero questo fattore è piuttosto prevedibile e la vera delusione - quantomeno per il pubblico - deriva invece dal non trovare volti di particolare appeal sulla locandina; gli interpreti principali sono Roland Carey, Maria Grazia Spina, Gabriele Antonini, Susan Sullivan, Andrea Aureli, Mario Feliciani e Franco Beltrame. Tutto realizzato frettolosamente e, si presume, sfruttando scene e costumi già adoperati da altre produzioni, da lasciare ereditare successivamente al prossimo prodottino di simile risma. Malatesta girerà di seguito L'incendio di Roma (1965), tanto per citarne uno. 2,5/10.
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