Regia di Kyle Balda, Pierre Coffin vedi scheda film
Finalmente ho ceduto anch'io, sfidando le orde assatanate di ragazzini che davano l'assalto alle casse del cinema. E sfidando anche i miei stessi pregiudizi, che erano quelli di chi -giudicando il film principalmente come operazione di marketing- ha dovuto parzialmente ricredersi, ritrovandosi spesso a ridere di gusto di fronte a gag e situazioni quasi sempre efficaci. E poi diciamo che questo film ha un asso nella manica, vale a dire una colonna sonora semplicemente fantastica, tutta in chiave vintage (tra beat e rock'n'roll). Madness, KC & Sunshine Band, Aerosmith, Smashing Pumpkins, Doors, Jimi Hendrix, Turtles, Spencer Davis Group, Kinks, Who, Donovan, Rolling Stones, Box Tops. Wow un delirio. Anche se va annotato che tutta quest'epopea rock'n'roll ci viene somministrata in chiave "light", dovendo essa fungere da sottofondo alla sequela di gag messe in scena. Come ho detto, si ride e si sorride spesso. Quindi missione compiuta e tuttapposto? Non esattamente. Ma procediamo con ordine. Il film, che nel suo finale si propone come prequel della saga, è più tenero che comico e si rivolge ad un pubblico d'elezione per lo più di giovanissimi. E intanto gli esercenti si fregano le mani soddisfatti, come anticipo del Miracolo Zalone che prima o poi arriverà. Tanto si sa che "pecunia non olet" e va bene tutto, perfino un'immane cagata come le Sfumature di Grigio, pur di dare ossigeno alle nostre multisale. Il film risale alle origini del "popolo giallo" che ci viene mostrato -nelle varie epoche storiche- sempre alla ricerca di un Capo da cui farsi guidare (dallo Yeti a Napoleone) per approdare infine al signor Gru. La vicenda è tutta qua, anzi aggiungiamo una visita all'Expo dei Cattivi e una rocambolesca puntata a Londra. Poco altro. E inoltre mi sembra che un pò tutti i personaggi "di contorno" (dalla famiglia di rapinatori di banche fino alla Lady Cattiva) siano stati scritti un pò banalmente, diciamo ad altezza di bambino. In ogni scena sempre loro, gli esserini gialli che emettono suoni e rumoretti nel loro linguaggio assurdo. Coi bambini in sala che si spellano le mani (sala strapiena va da sè). Analisi finale, che spero non evolva in un pippone. Prima c'era il dualismo Pixar/Dreamworks poi è arrivato questo nuovo team a scompaginare le carte in tavola raccogliendo un sacco di consensi. Ma vanno dette un paio di cose. La Dreamworks se parliamo di intrattenimento pop (ha anche più mezzi, certo) lavora molto meglio. E quanto alla Pixar (al netto degli scivoloni volgarmente alimentari tra macchinine e aeroplanini) raggiunge con le sue opere più "alte" vette che qui manco col binocolo. Insomma, voglio dire che, da devoto fan Pixar, ormai in un cinecartoon vado cercando un minimo di profondità, che consenta una lettura infantile ma anche uno "sguardo" adulto e consapevole. Che è poi precisamente quello che hanno perseguito lavori come Wall-E o Up, ma anche opere squisitamente commerciali (ancorchè delicate e sofisticate per certi versi) come Toy Story 3. Non intendo certo criticare i Minions opponendogli la Pixar, ma è che ognuno fa le sue scelte. E non c'è solo il business (fra queste).
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