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Minions

Regia di Kyle Balda, Pierre Coffin vedi scheda film

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La recensione su Minions

di IlGranCinematografo
4 stelle

Una trama quasi nulla, riempita con l'irrefrenabile strambo eloquio dei protagonisti e condotta con ritmo preminentemente slapstick ma puntualmente scialbo.

 

La popolarità esondante dei Minion, introdotti dalla Illumination come "servetti" tuttofare del villain dal cuore tenero Gru in Cattivissimo me, si è gonfiata in pochi anni al punto da far guadagnare ai bislacchi omuncoli gialli con occhiali stratosferici e tute da operaio – e un debole per le banane – un intero lungometraggio incentrato sulle loro gesta (che è anche un prequel, nonché spin-off, della saga principale). Un prologo in stile "falso documentario" risale addirittura all'origine preistorica delle insolite creaturine, da sempre ardentemente bisognose (altrimenti si deprimono...) di servire un capo provvisto di una qualche "malvagità" (che è da loro sistematicamente ammazzato per maldestrezza, folgorante idea crudele alla Looney Tunes purtroppo subito abbandonata): è forse una frecciata diretta a chi il film lo sta guardando? Anche gli uomini nascono per sottostare a un leader? Domande che il film, a onor del vero, non ha alcun interesse a porsi. Rischiando però, proprio in questo suo lassismo, di suonare come altamente diseducativo per le platee di bambini alle quali intende rivolgersi, facilitando costantemente il percorso di immedesimazione dei piccoli spettatori con i puerili esserini devoti al proprio "padrone" di turno e felici di lasciarsi ammaliare dagli idoli delle folle. La via battuta è quella di uno sfibrato divertissement a neuroni spenti, ridanciano solo a istantanei sprazzi (il cameo di una giovane Elisabetta II, la gag del lampadario rotante), ma molto più spesso adagiato su una sonnolenta piattezza – soprattutto comica – di esecuzione: a pervenire, da parte di Pierre Coffin e Kyle Balda (in regia su copione di Brian Lynch), è solo la pervicace incapacità di giostrare per una scarsa ora e mezza una trama quasi nulla, riempita con l'irrefrenabile strambo eloquio dei protagonisti (un misto di francese, italiano, inglese, spagnolo, neozelandese e... pernacchie simulate con la bocca) e condotta con ritmo – almeno sulla carta – preminentemente slapstick ma puntualmente scialbo (e a volte indigesto) rispetto ai modelli di riferimento. E non basta la certosina (ma feticistica) rievocazione visiva della Swinging London a far perdonare l'antipatia snervante di tutti i personaggi "umani" (specie l'amante/assistente della supercattiva Scarlett).

Abbondante (e "piaciona") parata di canzoni per creare l'atmosfera da anni Sessanta (i titoli di testa in variopinta animazione 2D, per esempio, sono accompagnati da Happy Together dei Turtles).

Nell'edizione nostrana, l'intro ha il commento in voice over di Alberto Angela e i due cattivi hanno le voci (pessime, per inciso) di Luciana Littizzetto (Sandra Bullock negli States) e Fabio Fazio. In originale a doppiare i Minion è il co-regista Coffin.

Voto: 4 — Film MEDIOCRE

VISTO al CINEMA

 

scena

Minions (2015): scena

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