Regia di Fernando León de Aranoa vedi scheda film
Vedute aeree, in volo, su strade di montagna, due jeep percorrono chilometri, creando tragitti, connessioni tra diversi luoghi di una terra ferita dalla guerra. Un pozzo, un cadavere, una corda che si spezza. Le mucche uccise, le loro carcasse in decomposizione che potrebbero nascondere delle mine, le decisioni da prendere – la quotidianità di un conflitto, della morte, del dolore, i corpi che penzolano in un cortile, fuori fuoco, fantasmi di un mondo, di una società che si è perduta, le case distrutte, un cane che ringhia, attaccato ad una corda – serve dell’altra fune per tirare fuori il cadavere dal pozzo – una bandiera che sventola fra le vette innevate, la maestosità dei paesaggi che accolgono nel silenzio le azioni degli uomini, senza giudizi, senza paura – persone impegnate ad aiutare chi ha bisogno, organizzazioni umanitarie, scelte di vita, i dialoghi, ironici, le battute, taglienti – le traduzioni, un interprete – come se il linguaggio umano, con il suo potere, volesse guarire le ferite, trasformare la sofferenza in un sorriso – si combatte senza armi, senza violenza, ci si arrende al fluire delle cose, si impara, si prosegue, si sbaglia, si continua – un giorno perfetto, nel suo lento e imprevedibile scorrere.
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