Trama
Durante una giornata come tante altre, Sophie, da poco reclutata in un'organizzazione di aiuti umanitari, è insieme ai colleghi esperti Mambru e B in una zona di conflitto quando ingaggia una lotta contro il tempo per salvare l'approvvigionamento di acqua per una comunità abbandonata. I tre sono costretti a superare astuti e pedanti burocrati delle Nazioni Unite, fazioni militari e criminali locali, per portare a termine la loro missione. Quando per ottenere ciò di cui hanno bisogno accettano il compito, all'apparenza semplice, di estrarre da un pozzo un cadavere, rimanere sani di mente si rivelerà essere la sfida più grande da affrontare.
Approfondimento
PERFECT DAY: UNA COMMEDIA SUL DRAMMA DELLA GUERRA
Diretto da Fernando León de Aranoa e sceneggiato dal regista con Diego Farias, Perfect Day riprende un romanzo di Paula Farias per raccontare una storia che si svolge in Bosnia nel 1995, quando a guerra appena finita un gruppo di operatori umanitari deve rimuovere un cadavere da un pozzo per evitare che contamini l'acqua del villaggio. La squadra, guidata dal carismatico Mambrú (Benicio del Toro), comprende Sophie (Mélanie Thierry), ingenua idealista appena arrivata dalla Francia, la bella e disinibita Katya (Olga Kurylenko) e l'incontenibile B (Tim Robbins), volontario di lungo corso e allergico alle regole. Dopo una rocambolesca serie di avventure, i quattro capiranno che si tratta di una missione più complicata del previsto, in un paese in cui anche trovare una corda può diventare un'impresa impossibile.
Commedia unica nel suo genere, Perfect Day conta sulla direzione della fotografia di Alex Catalan, sulle scenografie di César Macarron, sui costumi di Fernando Garcia e sulle musiche originali di Arnau Bataller, per raccontare il dramma della guerra con le armi dell'ironia e della speranza. A spiegare meglio le origini del film, presentato al Festival di Cannes 2015, sono le parole dello stesso regista: «Questo film parla di persone che affrontano il difficile compito di mettere ordine al caos. E racconta i loro tentativi quotidiani di fare una guerra nella guerra: quella contro l'irrazionalità, contro lo scoraggiamento, contro il loro stesso enorme desiderio di tornare a casa. Sono operatori umanitari. Come loro, il film usa l'umorismo per creare una distanza: i commenti più arguti, i passaggi da commedia più crudi e feroci, nonché i più disperati, spesso emergono nel bel mezzo della tragedia. Perché non c'è posto sulla Terra dove ciò sia più necessario. In Perfect Day possiamo assistere alla routine di coloro che lavorano in un posto dove niente è routine, possiamo vedere i loro punti di forza e le loro debolezze, le decisioni giuste e le avversità di ogni tipo. Senza perdere mai di vista che salvare delle vite non è qualcosa di eroico in sé. L'eroismo viene dal fatto stesso di provarci.
Perfect Day si svolge in un'area montuosa, una specie di microcosmo in cui ritroviamo tutti i protagonisti di una guerra: soldati, civili, caschi blu, giornalisti… e naturalmente gli operatori umanitari, impegnati in questo caso a rimuovere un cadavere da un pozzo, forma primitiva ma efficace di guerra batteriologica. È un problema in apparenza semplice da risolvere, ma la prima vittima di un conflitto armato è il buon senso: è per questo che vediamo le loro macchine sfrecciare avanti e indietro lungo le strade di montagna, come in un labirinto, cercando una via d'uscita che forse neanche esiste. Un labirinto aperto e luminoso, sotto il cielo dei Balcani: la sua vastità lo rende ancora più claustrofobico. L'immagine dall'alto dei due SUV che vagano tra le montagne come cavie l'ho avuta in testa fin da quando ho iniziato a scrivere il copione.
I miei film mi hanno dato spesso l'opportunità di lavorare a fianco degli operatori umanitari nelle zone di guerra. La prima volta è stato nel febbraio del 1995, proprio durante il conflitto in Bosnia: riprendevamo per un documentario il loro lavoro, con due telecamere Betacam. Tornammo a casa con dozzine di nastri e un pugno di parole che usavamo di frequente per descrivere la guerra: Confusione, Irrazionalità, Babele, Labirinto, Impotenza. Qualche anno fa ho girato un documentario in Uganda con i volontari di Medici Senza Frontiere. In quello che potrebbe definirsi un bar, che trovammo a 15 chilometri dal confine con il Sudan e dove stavamo bevendo una birra calda, ho sentito per la prima volta il capo della sicurezza della nostra missione menzionare Dejarse llover, il romanzo di Paula Farias. Paula è un dottore, è emergency coordinator per MSF, ed è anche una scrittrice. In un certo senso cerca di aiutare le persone in due modi. Ero catturato dalla semplicità della vicenda raccontata da Paula e dalla sua profondità, perché parla della crudeltà della guerra, ma lo fa con senso dell'umorismo e dell'assurdo. Nelle sue pagine e nei miei ricordi personali dell'impenetrabile labirinto dei Balcani, ho trovato l’idea per questo film, un film il cui unico genere a cui si può ricondurre è la vita stessa. Come in una matrioska: c'è un dramma dentro la commedia, dentro un road movie, dentro un film di guerra.
Al confine tra Etiopia e Somalia, un esperto di logistica australiano ci ha spiegato una volta che gli operatori umanitari si dividono in tre categorie: i Missionari, i Mercenari e i Disadattati. Ci sono le persone che arrivano e vogliono salvare il mondo; persone che stanno sul campo da anni, gli operatori professionisti; persone che hanno rimbalzato da una guerra all'altra per così tanto tempo che ormai non potrebbero fare nient'altro. In Perfect Day ritroviamo tutti e tre i tipi».
Note
Una piccola produzione che affronta grandi temi con un cast internazionale di prim'ordine. Lo sguardo sulla guerra è trasversale, collaterale, insomma non frontale. L'obiettivo non è quello di lasciare fuori campo sofferenza e dolore ma di arrivare a descrivere in maniera obiettiva cosa significhi assumere la guerra come condizione esistenziale.
Trailer
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Commenti (12) vedi tutti
Il perfetto racconto di una giornata "tipo" di 4 volontari subito dopo la fine della guerra nei balcani. L'assurdità della guerra, la cattiveria di alcune persone, la generosità di altre... l'inutile burocrazia... e il rischio che si corre per aiutare gli altri.
commento di Aiace68L’articolo indeterminativo del titolo originale si è perso per strada, perciò A perfect Day è diventato in Italia Perfect Day, per ragioni che sfuggono, e per le quali, purtroppo, si perde il riferimento espressivo a una giornata, una delle tante, perfetta per diventare l’emblema stesso della paradossale assurdità della guerra.
leggi la recensione completa di laulillaUno dei film più belli sulla guerra: cattiveria, ferocia e stupidità degli uomini insieme alla generosità di pochi, alla voglia di sopravvivere, alla speranza. Senza che si veda sparare un solo colpo d’arma da fuoco. "C'é di peggio, potrebbe piovere": ma sarà proprio la natura, tristissima e salvifica, a rimediare ai fallimenti “dell’uomo".
leggi la recensione completa di paosca7.5 voto
commento di paolofefeAiutati SE il ciel ti aiuta.
commento di sarvaegoUn modo originale e indovinato per raccontare con un diverso punto di vista le brutture della guerra sui Balcani.
leggi la recensione completa di TIXFilm sciocco con un idea di partenza difficile da sviluppare,infatti cade in forzature per riempire gli spazi. Umorismo non divertente e dialoghi banali accompagnati da musiche inadatte. Comunque da considerare i due attori di spessore(Del Toro e Robbins) e la realisticità nel raccontare la vicenda. Voto:5-
commento di omarito99Un film che riesce a tenersi in bilico tra ironia e tragedia - una cifra stilistica che forse imita il singolare atteggiamento esistenziale comune nella cultura balcanica - e che descrive una guerra in gran parte dimenticata con profonda partecipazione senza mostrare mai un solo gesto violento.
commento di leoposnerIl film é di quelli che ti trascinano in una vicenda, quella della guerra nella ex Jugoslavia, attraverso il racconto di un difficile, complesso ritorno alla normalità. la ricerca di una corda per recuperare un cadavere da un pozzo - che rischia così di imputridire- diviene l'occasione per raccontare in modo originale la guerra nei Balcani
commento di pattilucchiniUmorismo nero, apparentemente cinico. Il punto di vista di un gruppo di "cooperanti", in merito ad un conflitto orrendo, occupati a risolvere una spigolosa questione. Cast eccezionale, specialmente Tim Robbins e Benicio del Toro. Da vedere.
commento di uomodimelzoCon il supporto di una sceneggiatura impeccabile e di un cast in stato di grazia, il regista intesse la sua tela intorno a tante piccole tragedie quotidiane alle prese con un fitto intreccio di situazioni simboliche (anche godibili per l’ironia profusa) e fa dell’antibellicismo la sua missione.. Le sue carte vincenti? Humor, umanità e suspense
commento di (spopola) 1726792un piccolo film indipendente con due grandi attori in stato di grazia
leggi la recensione completa di Springwind