Regia di Matteo Rovere vedi scheda film
Ecco una di quelle pellicole che riescono a sorprenderti più di quanto uno si aspetterebbe, e questo nonostante l'ottimo responso di buona parte della critica e del pubblico.
Molto carino, il film è un miscuglio di sensazioni e di impressioni diverse proponendo dramma, sentimento e commedia ma senza eccedere in enfasi o troppi schematismi, seppur presenti, e evitando anche il rischio di finire in certe "omologazioni" fin troppo semplicistiche.
Lanciato, ad esempio, come semplice emulazione in salsa italiana/romagnola della serie di F&F (paragone, per me, non soltanto azzardato ma anche completamente sbagliato!) in realtà il film ha molte più punti di contatto con opere come Rocky o altre pellicole similari, quindi maggiormente di "ambientazione" sportiva piuttosto che di "carattere" sportivo vero e proprio (tipo Giorni di Tuono, per dire), e nel quale le corse automobilistiche, nonostante non abbiano niente da invidiare a certe produzioni straniere, non sono semplici intermezzi rumorosi e spettacolari ma anche una delle ragioni d'essere stessa del film.
La storia di una famiglia che la passione, anche malata, per la corsa e per la velocità ha, in modi diversi, prima diviso e frammentato, soprattutto emotivamente, e alla infine, grazie ad un ultima corsa disperata ma fatta questa volta non per la gloria o per un successo personale, ricomposto in un finale in realtà dolce/amaro piuttosto atipico per la cinematografia sportiva.
Molto buona la regia di Matteo Rovere che dona al film un ritmo piuttosto inusuale per una pellicola italiano, e ottima la prova degli interpreti, dalla sorprendente ventenne bolognese Matilda De Angelis, una vera rivelazione già al debutto e ora lanciata anche in produzioni internazionali, ad un memorabile Stefano Accorsi, falsamente gigionista e capace invece di costruire nel tempo un "perdente di successo" particolarmente affine ad un mondo spaccone ed eccessivo come quello delle corse automobilistiche.
VOTO: 7,5
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