Regia di Matteo Rovere vedi scheda film
Un piccolo film davvero "veloce come il vento", ricco di humour, di adrenalina, di colpi di scena. Con un Accorsi in stato di grazia e un'ambientazione romagnola che più veritiera non si può.
Uno di quei film che ti fanno amare il cinema in generale e fare la pace con quello italiano, in particolare. Un film piccolo, senza troppe pretese, tutto giocato su due personaggi - una giovanissima pilota di auto da corsa e il suo fratello maggiore, tossico e sbandato, lui stesso ex-pilota che, dopo la morte del padre, finisce per farsi carico suo malgrado della preparazione della ragazza.
La trama segue l'evolversi del rapporto tra i due, insieme alla progressiva scalata al successo della giovane, fino a una serie di colpi di scena finali. Con un canovaccio del genere, si poteva facilmente scivolare nel melodramma o nel neorealismo più cupo: invece, grazie anche alla notevole performance di Stefano Accorsi, ottimo "patacca" romagnolo, il film resta sui binari della miglior commedia all'italiana, opportunamente aggiornata e arricchita di spettacolari scene di gare automobilistiche. La storia scorre davvero veloce come il vento, con una sua leggerezza anche nei momenti meno lieti, e una grazia davvero particolare. Si ride (molto), ci si commuove (senza arrivare mai alla lacrima facile), si trepida per le sorti dei personaggi; si soffre e si gioisce con loro. E alla fine si sperimentano pure momenti di suspence adrenalinica. Da consigliare a chi afferma che il cinema italiano è moribondo e che la commedia italiana è finita con Risi e Monicelli.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta