Regia di Folco Quilici vedi scheda film
Su un isolotto sperduto vivono un bambino, Ti-Koyo, e un cucciolo di pescecane, Manidù. I due diventano amici, giocano assieme e, una volta grandi, si dedicano alla pesca di ostriche.
Fiaba esotica tratta da un racconto di Italo Calvino, Ti-Koyo e il suo pescecane è una delle rare dimostrazioni da parte di Folco Quilici, documentarista e scrittore, di padroneggiare anche i mezzi della fiction, del film a soggetto. Naturalmente nella sceneggiatura da lui stesso firmata insieme ad Augusto Frassineti e a Ottavio Alessi (con dialoghi di Giorgio Prosperi) abbondano le scene subacquee o comunque ambientate in mare, la specialità del regista, ma in fin dei conti il film regge anche a prescindere da esse, pur con i debiti limiti di pellicola espressamente votata all'intrattenimento di un pubblico il più vasto possibile. Quilici ha appena 32 anni, ma è già un nome noto e rispettato (anche grazie all'attività giornalistica del padre Nello), con all'attivo una serie di lungometraggi, principalmente documentari; in questa occasione, girando realmente su un'isola dell'oceano Pacifico, utilizza una serie di interpreti del luogo, effettivamente non eccelsi. Per quanto riguarda il cast tecnico può invece contare sull'esperienza di professionisti di chiara fama quali Mario Serandrei (montaggio), Francesco De Masi (musiche) e Pier Ludovico Pavoni (fotografia); produce Goffredo Lombardo. Il ritmo è blando e la narrazione piana, come si conviene a un'opera di tale genere; il risultato non è certo esaltante dal punto di vista artistico, ma confezionato in maniera compatta e con il plusvalore delle spettacolari sequenze marine. 3,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta