Regia di Edward F. Cline, Buster Keaton vedi scheda film
Buster Keaton mette alla berlina l’hic et nunc tipico della rappresentazione teatrale, infarcendolo di trovate che lo trasformano in un circo variegato ed imprevedibile. Prima una lunga sequenza camuffata da sogno, nella quale ogni personaggio (dalla dama incartapecorita, al bimbo con lecca lecca al seguito) è interpretato dallo stesso Keaton: buoni o cattivi, giovani o vecchi, attori o spettatori, sempre lui ad interpretarli (con il finale del sogno che rincara la dose – fino quasi a rasentare lo stucchevole – in cui anche il libretto dell’opera riporta il suo nome all’infinito). Conclusa la sequenza onirica, con un gioco che stuzzica sempre e comunque il metalinguaggio dell’arte teatral-cinematografica, l’autore affronta il tema del doppio (e del triplo, e del quadruplo) giocando con gemelli, specchi e utilizzando rudimentali ma efficaci effetti speciali, tirandone fuori gag a bizzeffe.
Il cinema di Keaton, qui all’esordio con la First National, si avvale dell’interpretazione e della co-regia di Edward F. Cline e dimostra ancora la sua straordinaria padronanza del mezzo tecnico, dando molto alla confezione (effetti speciali in primis) e per una volta lasciando in secondo piano la scrittura. Un esercizio di stile mancato, sul quale Keaton successivamente rimuginerà per non averlo realizzato da solo (ossia circoscrivendo il tutto alla sequenza del sogno), sfiorando l’autoreferenzialità assoluta, ma mancando un guinness difficilmente battibile dalla concorrenza negli anni a venire. Questo guinness ci avrebbe però privato della magistrale interpretazione della scimmietta, scena esilarante e decisamente memorabile.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta