Trama
Georg Elser avrebbe potuto cambiare il corso della storia mondiale e salvare milioni di vite umane se solo avesse avuto 13 minuti in più. In quel breve arco di tempo, la bomba che aveva assemblato personalmente sarebbe esplosa e avrebbe fatto saltare in aria Adolf Hitler e i suoi più alti collaboratori, decimando il futuro terzo Reich. Ciò però non accadde e l'8 settembre 1939 Hitler lasciò la scena dell'attentato prima del previsto, lasciando Elser fallire miseramente. Chi era in realtà Elser, capace di capire in anticipo i pericoli rappresentati da Hitler?
Approfondimento
13 MINUTES: L'UOMO DELLA BOMBA A HITLER
Diretto da Oliver Hirschbiegel e scritto da Léonie-Claire Breinersdorfer e Fred Breinersdorfer, 13 Minutes racconta la vera storia di Georg Elser, l'uomo che avrebbe potuto cambiare il corso della storia del Novecento e salvare milioni di vite con il suo tentativo di assassinio nei confronti di Adolf Hitler l'8 novembre 1939. 13 Minutes, sin dal titolo, focalizza la sua attenzione su quei 13 minuti in più che avrebbero permesso a Elser di portare a termine l'attentato al Bürgerbräukeller di Monaco e consegnare alla storia un percorso differente di quello a cui ha portato il nazionalsocialismo tedesco.
Durante il discorso di anniversario di Hitler l'8 novembre 1939, un uomo venne arrestato sul confine svizzero per possesso di oggetti sospetti. Qualche minuto dopo, una bomba esplose al Bürgerbräukeller, provocando la morte di 8 persone. L'arrestato era George Elser, un falegname bavarese subito sottoposto a interrogatrio dal capo della polizia criminale Arthur Nebe e dal capo della Gestapo Heinrich Muller. Da loro, Elser apprese che l'attentato era fallito e che Hitler ne era uscito incolume. Per giorni, l'interrogatorio di Elser andò avanti fino al momento in cui l'uomo decise di confessare e raccontare i dettagli del suo gesto, partendo da come il nazionalsocialismo stesse prendendo piede nel suo villaggio e da come egli tentasse di opporvisi insieme all'amico Josef Schurr, mettendo in secondo piano la sua vita privata e il suo amore per Elsa. Dopo la confessione, Elser venne condotto nei campi di concentramento di Sachsenhausen e Dachau, prima di trovare la morte per ordine personale dello stesso Hitler il 9 aprile 1945, un giorno prima che la Seconda guerra mondiale avesse fine.
Con la direzione della fotografia di Judith Kaufmann, le scenografie di Benedikt Herforth e Thomas Stammer, i costumi di Bettina Marx e le musiche di David Holmes, 13 Minutes pesca nella Resistenza tedesca per ripercorrere una vicenda poco nota e celebrata, come ricorda la stessa figlia di Elser: «Per anni mio padre è stato descritto come stupido e solo e caratterizzato come un disadattato quando invece è stato un amabile temerario, amante della libertà e della democrazia». Lo stesso Hirschbiegel non fa mistero di aver voluto riportare in luce una figura fin troppo presto dimenticata: «Conosco la storia di Elser sin da ragazzino, da quando ho cominciato ad approfondire la storia del Terzo Reich. Mi sono sempre chiesto come Hitler sia riuscito ad affermare il suo potere e perché non si sia mai creato in Germania un serio movimento di Resistenza. Ho incontrato poi la figura di Elser quando preparavo il mio La caduta. Gli ultimi giorni di Hitler e ne sono stato definitivamente catturato: Elser non era un uomo politicamente organizzato ma semplicemente uno spirito libero che credeva nell'individualismo e nell'autodeterminazione, un uomo curioso del mondo che desidera scappare dalle costrizioni della vita rurale. Oggi, lo definiremmo un hippie».
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.
Commenti (2) vedi tutti
Interessante la storia di questo sfortunato artigiano che aveva previsto il disastro nazista. Il film la racconta in modo decoroso e sincero.
commento di Artemisia1593Su un tema così straordinario, come il tentativo di Elser di uccidere Hitler, non si capisce perché non raccontare la realtà. Metterci una fidanzata che non esiste e altre storie poco credibili. Il film ha il merito di raccontare la visionaria lungimiranza e senso di libertà del cittadino svevo.
commento di ENNAH