Regia di Larry Ludman (Fabrizio De Angelis) vedi scheda film
Thunder è un pellerossa che ritorna nella sua terra dopo qualche tempo. L'invasione degli uomini bianchi, nonostante leggi e trattati scritti per evitarla, è in atto e Thunder sembra l'unico a volersi ribellare a essa.
Uno dei tanti scimmiottamenti dell'action all'americana - in quel momento di massima popolarità - che nel corso degli anni Ottanta rappresentarono gli ultimi fuochi del cinema di genere nostrano, Thunder è un prodottino di modesta levatura, girato con buona volontà e mano sufficientemente ferma per quanto riguarda ritmo e azione da un esordiente quale Larry Ludman, pseudonimo dietro cui si cela l'italianissimo Fabrizio De Angelis. E italiana è anche la produzione, così come italiano è il protagonista Mark Gregory, al secolo Marco Di Gregorio; fortunatamente però le riprese sono state effettuate sui luoghi deputati a ospitare la messa in scena, ovvero sul suolo statunitense - ma anche questa caratteristica è tipica del filone, che gioca buona parte della sua credibilità (e presumibilmente anche del suo budget) sulla verosimiglianza delle ambientazioni. In questo caso l'ispirazione viene chiaramente dal Rambo diretto l'anno precedente da Ted Kotcheff e sarebbe inutile fare paragoni fra Gregory e Sylvester Stallone, così come nel complesso fra le due pellicole; il lavoro portato a termine da De Angelis - anche sceneggiatore, insieme a Dardano Sacchetti - è curato adeguatamente e poco importano le carenze di originalità nella trama, di credibilità nei dialoghi e di psicologia nei personaggi: si tratta pur sempre di un'opera alimentare, orientata al pubblico in maniera esplicita. Fra gli altri interpreti: Antonio Sabato, Bo Svenson, Raimund Harmstorf, con un ruolino per Michele Mirabella. Thunder II - stessa regia e stesso protagonista - arriverà quattro anni più tardi. 2,5/10.
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