Regia di Mami Sunada vedi scheda film
"Il regno dei sogni e della follia" non è un documentario come altri. Prima di tutto è un documentario sull'osannato creatore Hayao Miyazaki, il suo amico di vecchia data Isao Takahata, anche lui disegnatore, produttore e cofondatore del glorioso Studio Ghibli.
Ma ciò che è più importante e non da sottovalutare, è che è un documentario giapponese, quindi girato con una sensibilità diversa, consona per delicatezza e per tematiche, ai personaggi incontrati lungo questo viaggio dentro gli studi di produzione, luoghi che sono a loro volta protagonisti.
Per chi cerca un documentario che svisceri a fondo le tecniche e la storia dietro ogni anime, ogni fotogramma, resterà deluso.
"Il regno dei sogni e della follia" centra la sua attenzione soprattutto sull'ultimo lavoro dello studio, Si alza il vento, della figura del padre di Myazaki che lo ha ispirato nella realizzazione, e soprattutto della difficoltà di un uomo che vede il tramontare di un'era, di un sogno, di un mestiere come quello del disegnatore e di uno studio che naviga nell'incertezza del futuro. Comunque per Miyazaki si chiude un'epoca: per lui il nuovo secolo é un mistero, sente di appartenere al passato, e addita il disastro di Fukushima come orribile, ma prevedibile.
Lo studio Ghibli non sono solamente quattro pareti che accolgono le centinaia di persone e tecnici che si industriano per trasformare, animare, perfezionare le idee ed i sogni del creatore, ma è come un organismo pulsante, un luogo immerso tra il verde e luci che penetrano da grandi finestre perché è in questo tipo di ambiente che possono prender vita i sogni.
La follia, è quella di un gruppo di uomini che mettono l'etica e la qualità del proprio lavoro, della propria arte davanti a qualsiasi altra cosa. Consigliato.
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