Regia di Martin Scorsese, David Tedeschi vedi scheda film
“Argument” sta per “discussione”, ma anche per “litigio”: la “New York Review of Books” fa entrambe le cose da oltre mezzo secolo, 50 anni esatti nel 2013, quando il direttore di sempre Robert B. Silvers chiede a Martin Scorsese di realizzare un documentario sulla storia del magazine. Il cineasta, lettore vorace, lo accontenta volentieri, con l’aiuto di David Tedeschi (montatore dei suoi doc più recenti, da Shine a Light a George Harrison: Living in the Material World) e, come ha sintetizzato l’”Hollywood Reporter”, è «un’istituzione newyorkese che ne racconta un’altra». Con fascino, eleganza e ritmo invidiabile, soprattutto se si considera l’argomento (appunto): intellettuali che dibattono e s’accapigliano, faide letterarie, culturali, ideologiche divenute celebri («Susan Sontag vs Leni Riefenstahl sul fascismo; Edward Said vs Bernard Lewis sull’orientalismo; Gore Vidal vs più o meno tutti su più o meno qualunque tema»), un commento costante e inesausto sui fatti del mondo e sul tentativo di penetrarlo, dipanarlo, smontarlo, criticarlo. È un dialogo ininterrotto - che Scorsese & Tedeschi fanno proseguire a dispetto del tempo, intrecciando interviste di oggi e filmati d’archivio su tappeto sonoro jazz - che, per i suoi attori, è cruciale come l’aria, perché l’esperienza dell’esistere è soggettiva e la condivisione del pensiero è l’unica strada percorribile. Certo, il tono è celebrativo: ma non rende il viaggio meno illuminante o coinvolgente.
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