Regia di Roberto Castón vedi scheda film
Lourdes alterna i turni da cassiera al supermercato con quelli da infermiera per la madre malata di cancro; Mario, primario di oncologia, le consegna un verdetto inappellabile e intanto pensa con orrore alla malattia venerea che ha contratto durante una scappatella. Sua moglie Paula, profondamente infelice, confessa al proprio psicologo di essere violentemente attratta dal giovane amico francese delle sue figlie. Miguel, il sopracitato psicologo, non riesce a districarsi da un ménage à trois se non quando fa la spesa al supermarket di Lourdes. Copioni che frullano nella frenesia urbana vite e relazioni di perfetti sconosciuti ce n’è a iosa, ma in Los tontos y los estúpidos la carta su cui la ronde si scrive è davanti ai nostri occhi, dall’inizio alla fine. Lourdes, Mario, Paula, Miguel e gli altri (pochi) personaggi secondari sono attori che provano le scene di un film nel contesto scuro e scarno di uno studio: gli oggetti di scena ridotti al minimo, lo sporadico intervento di un regista severo a spezzare la quarta parete, momenti di pausa privati dell’audio in cui tutta la troupe si toglie la maschera. Oppure no? L’effetto è piacevolmente straniante, qualcosa tra il teatro di ricerca e l’esperimento iper low budget: la messa in scena svela i livelli di menzogna che quotidianamente attraversiamo, oltre alla cruciale differenza tra tonti e stupidi. Solo i secondi perpetuano all’infinito i propri errori.
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