Regia di Isaki Lacuesta vedi scheda film
Siamo nei dintorni del miglior cinema esperpentico spagnolo della nuova generazione. C’è un po’ di tutto: da Almodóvar a Álex de la Iglesia, da Juanma Bajo Ulloa alle commedie intelligenti e cattiviste di Ruiz Caldera e Sánchez Arévalo. Umorismo nero, stilettate sociali, grottesco, assurdo e gran padronanza del linguaggio cinematografico. Per non parlare poi del reparto attori che, chi più chi meno, partecipa con classe e con efficacia alla pellicola contribuendo ad un affresco sociale stralunato, deformato e inverosimile senza togliere credibilità alla storia.
Il soggetto di partenza è già di per se accattivante ed emblematico dell’atmosfera e dell’intenzione finale dell’autore: quattro uomini umiliati e annientati dalla crisi economica decidono di prendere in mano la situazione e rapiscono i potenti delle banche mondiali al grido di “Cortar o ser cortados”, “tagliare o essere tagliati” letteralmente, fisicamente.
Si passa dalla commedia cattivista che non risparmia colpi bassi a nessuno allo scenario fantapolitico con quattro uomini etichettati come “socialmente pericolosi” che tengono in scacco l’economia mondiale. Se il film di Isaki Lacuesta fosse solo messaggio politico e non sfoggiasse un immaginario strettamente legato alla società spagnola, sarebbe ben poca cosa. L’anima esperpentica di questi mostriciattoli “al paro” fa la differenza con i soliti film seriosi e negativi che tanto piacciono agli oltranzisti del cinema come mezzo politico. Lacuesta, con il suo Murierorn por encima de sus posibilidades – titolo emblema della trattazione – conferma invece che si può fare politica e critica sociale senza datare la pellicola, senza costringerla nelle maglie dell’autorialità fine a se stessa, riuscendo così a dipingere grottescamente gli attori di questa infausta crisi sociale ed economica attraverso uno sguardo impietoso e leggero allo stesso tempo.
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