Regia di Alain Cavalier vedi scheda film
Messinscena bressoniana, che non si preoccupa troppo di nascondere i fondali dello studio di lavorazione e che tenta di indagare i misteri sottesi ad una vocazione alla santità. In sostanza, è la storia di una ragazzina che entra in convento, così come avevano fatto due sorelle prima di lei e come farà un'altra dopo di lei, in quanto innamorata di Gesù (in una scena Thérèse ed una consorella si chiedono se non sia folle «essere innamorate di uno che è morto da duemila anni»), del quale vuole rivivere nella propria carne le sofferenze. E, si potrebbe dire, viene accontentata, perché muore di tubercolosi a ventiquattro anni, nel suo monastero di Lisieux in Francia, fra atroci sofferenze, avendo rifiutato la morfina e perfino le preghiere delle consorelle, che deviava verso altri bisognosi.
Alain Cavalier racconta la breve vita di colei che è conosciuta come Santa Teresa di Lisieux o Santa Teresa del Bambin Gesù senza alcun tono agiografico, avendo davanti a sé maestri del cinema, come Bresson e Dreyer, che hanno dato opere di alto valore religioso senza cedere alcunché al bigottismo cinematografico o all'agiografia da bancarella. Merito del regista, a parte l'avere architettato il film per intero, è inoltre la scelta di un gusto pittorico che predilige un colore che incornicia i visi delle suore in drappi bianchi e neri ed anche la scelta dei volti giusti per le carmelitane che si muovono silenziose vicino alla protagonista.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta