Regia di Pino Tosini vedi scheda film
Filmaccio è e filmaccio rimane: La casa delle mele mature è un drammone di ambientazione ospedaliera realizzato con quattro attori, tre soldi e due idee; la caratteristica che però fa rivalutare positivamente - per quanto possibile - l'opera è l'impostazione 'civile' della sua storia (sceneggiatura dello stesso regista). L'intera pellicola è infatti un atto di denuncia verso gli allora manicomi, che negli anni successivi sarebbero stati definitivamente chiusi per fare spazio a case di cura e reparti psichiatrici delle strutture del servizio sanitario nazionale; in fin dei conti quanto La casa delle mele mature racconta non è affatto distante dalla realtà del 2014 di chi scrive. A parte la descrizione di certe cure effettivamente pregne di sadismo e un po' gratuite ai fini del lavoro, descrizione figlia di un sensazionalismo che non poteva non far parte dell'operazione, va quantomeno rilevato che l'atteggiamento dei parenti dei ricoverati è rimasto il medesimo: scoraggiamento, delusione, sfiducia; l'inserimento del personaggio di Marisa (e del marito dallo spirito combattivo e positivo) serve probabilmente a evitare la totale censura per il film, altrimenti troppo drastico nella sua critica alla sanità italiana. Il finale tragico, comunque, rimane per ciò che rappresenta (di certo più importante e più riuscito di ciò che è, esteticamente, concretamente): la suddetta sfiducia nelle cure e nelle istituzioni, mista alla vergogna derivante dalle convinzioni dell'opinione pubblica sui ricoverati. Erika Blanc e Marcella Michelangeli sono le due protagoniste; in ruoli laterali ci sono anche Carla Mancini e Victor Poletti. 3/10.
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