Regia di Franco Rossi vedi scheda film
L'infanzia di una divinità. Scopertasi incinta, una ragazzina dice al marito falegname che le è stato inserito un bambino nell'utero da una forza soprannaturale; chiaramente è in arrivo un bebè-dio, come sempre in questi casi. Il piccolo, scampato per un pelo a una carneficina di neonati, crescerà pensando di essere dotato di superpoteri.
Supermegaproduzione televisiva condivisa fra Italia e Germania (da noi sponda berlusconiana, Reteitalia), di gran lunga superiore come budget alla media dei lavori cinematografici contemporanei. Un kolossal sui primi anni di vita di una fra le divinità dei cristiani, Gesù, messo in scena con accurata perizia da un professionista come Franco Rossi, che soprattutto dagli anni Settanta in avanti si è sempre dovuto adeguare ad accettare un po' quello che gli veniva affibbiato. Ovviamente si tratta di un'opera buonista, agiografica, per famiglie e di nessun risvolto artistico; la durata complessiva sfiora i duecento minuti, attestandosi poco oltre le tre ore. La sceneggiatura è firmata da un team composto dal regista, Francesco Scardamaglia (anche autore del soggetto) e Vittorio Bonicelli; scrittura piana, semplice, che procede per flashback sufficientemente comprensibili per un pubblico distratto come quello televisivo: di certo insomma non si punta su ritmo o emozioni, andando inevitabilmente a incontrare sbadigli su sbadigli. Cast internazionale che vede le presenze, fra gli altri, di Alessandro Gassman, Irene Papas, Franco Interlenghi, Bekim Fehmiu, Maurizio Donadoni, Susana Martinkova, Franco Citti, Fethi Haddaoui e del piccolo esordiente Matteo Bellina. Musiche pompose di Piero Piccioni. 2/10.
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