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Amazing Journey: The Story of The Who

Regia di Murray Lerner, Paul Crowder vedi scheda film

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La recensione su Amazing Journey: The Story of The Who

di tafo
6 stelle

Who are you?

Dovrebbe esserci una legge per la quale, quando muore uno dei componenti di un gruppo rock quel gruppo dovrebbe sciogliersi o almeno cambiare nome. Parlare oggi degli Who al presente , dopo che mezzo gruppo ha lasciato questo mondo, mi pare una cosa assurda. Sostituire una drum-machine umana come Keith Moon è impossibile , mettere un altro bassista al posto di John Entwistle non ha nessun senso, eppure il nasone e il biondo non vogliono credere che è finita e vanno avanti senza vergogna e con i conti sempre più pieni. Nella loro storia c’è tutto o quasi l’epopea del rock, gli inizi londinesi difficili, il furore giovanile, la capacità di attraversare molte sfumature musicali e anche la necessità di affrontare un primo e purtroppo momentaneo periodo di scioglimento. Gli Who sono stati blues e progressive, hard e beat, Tommy  e My generation, hanno sperato di morire giovani ma poi hanno capito che era meglio ostinarsi a sopravvivere. Hanno fatto rumore, hanno violentato e distrutto strumenti e camere d’albergo sono stati protagonisti  dentro tutta la storia adulta del rock inglese guardando molti o quasi tutti dall’alto. Pete Townshend da chitarrista rumoroso e sfrontato ne diventa il leader, l’autore quasi assoluto di canzoni e opere musicali. Roger Daltrey costretto a cedere il comando per manifesta inferiorità, ne diventa la voce che si immedesima nei concetti espressi dal chitarrista fino al punto da “diventare” Tommy anche sullo schermo. L’alchimia tra i quattro era magica , venerata e ammirata da colleghi e produttori. La celebrazione sarebbe meritata per un super gruppo come questo, ma non potendo celebrare qualcosa che somiglia sempre di più ad un morto vivente, rimane a meta sospesa con gli Who superstiti che non solo sono diventati vecchi ma pure ricchi.     

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