Regia di Murray Lerner, Paul Crowder vedi scheda film
Who are you?
Dovrebbe esserci una legge per la quale, quando muore uno dei componenti di un gruppo rock quel gruppo dovrebbe sciogliersi o almeno cambiare nome. Parlare oggi degli Who al presente , dopo che mezzo gruppo ha lasciato questo mondo, mi pare una cosa assurda. Sostituire una drum-machine umana come Keith Moon è impossibile , mettere un altro bassista al posto di John Entwistle non ha nessun senso, eppure il nasone e il biondo non vogliono credere che è finita e vanno avanti senza vergogna e con i conti sempre più pieni. Nella loro storia c’è tutto o quasi l’epopea del rock, gli inizi londinesi difficili, il furore giovanile, la capacità di attraversare molte sfumature musicali e anche la necessità di affrontare un primo e purtroppo momentaneo periodo di scioglimento. Gli Who sono stati blues e progressive, hard e beat, Tommy e My generation, hanno sperato di morire giovani ma poi hanno capito che era meglio ostinarsi a sopravvivere. Hanno fatto rumore, hanno violentato e distrutto strumenti e camere d’albergo sono stati protagonisti dentro tutta la storia adulta del rock inglese guardando molti o quasi tutti dall’alto. Pete Townshend da chitarrista rumoroso e sfrontato ne diventa il leader, l’autore quasi assoluto di canzoni e opere musicali. Roger Daltrey costretto a cedere il comando per manifesta inferiorità, ne diventa la voce che si immedesima nei concetti espressi dal chitarrista fino al punto da “diventare” Tommy anche sullo schermo. L’alchimia tra i quattro era magica , venerata e ammirata da colleghi e produttori. La celebrazione sarebbe meritata per un super gruppo come questo, ma non potendo celebrare qualcosa che somiglia sempre di più ad un morto vivente, rimane a meta sospesa con gli Who superstiti che non solo sono diventati vecchi ma pure ricchi.
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