Regia di Ninì Grassia vedi scheda film
Un orfanello viene adottato da una famiglia, ma il piccolo non riesce a integrarsi se non con il cane. Il bambino infatti è un alieno precipitato sulla Terra e tutto ciò che vorrebbe è fare ritorno sul suo pianeta: lo aiuteranno Gesù Cristo e San Gennaro.
Il più delirante degli innumerevoli film diretti da Ninì Grassia è, per largo distacco, questo Via Lattea... La prima a destra. Il regista, che firma anche la sceneggiatura e le musiche (queste insieme ad Aldo Tamborelli), mette in piedi una storia farneticante di bambini alieni orfani, cagnolini parlanti, divinità del cristianesimo che si recano sulla Terra per sistemarne i piccoli torti quotidiani, con finale lieto e retrogusto zuccheroso lungo tutta la pellicola. Che a dirla tutta è realizzata con un budget più consistente rispetto alla media dei prodottini di Grassia, e si vede; oltrettutto qui ci si possono permettere anche attori veri: Carlo Croccolo è il nome principale, comunque impiegato in una parte marginale, ma ci sono anche Benedetto Casillo e Gegia, e se vi sembra poco è solo perchè non avete mai visto un altro film di Grassia. Il piccolo Silvio Ciammarughi aveva esordito due anni prima in Ti presento un'amica di Francesco Massaro; non sembra molto portato per la recitazione, d'altronde il tempo per percorrere ampi margini di miglioramento c'è: invece questa rimane la sua ultima prova su un set. Bizzarra scelta, quella di girare un (onestissimo) lavoruccio per famiglie dai toni surreali (ma lisergici forse sarebbe più appropriato), quando il regista aveva ormai irreversibilmente imboccato la strada della softpornografia; nello stesso 1989 Grassia usciva infatti anche con La puritana e Italian gigolò. 3/10.
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