Regia di John Huston vedi scheda film
Un capolavoro, un film fondamentale, che darà vita al genere noir e farà nascere "il mito di Bogart".
Il detective Spade (H. Bogart) indaga su un misterioso caso di omicidio che coinvolge una donna e tre criminali.
Tutti costoro si contendono il possesso di una preziosissima statuetta che raffigura un falco, d'oro e tempestata di diamanti.
Il mistero del falco (tratto dal romanzo di Dashiell Hammett), primo capolavoro di John Huston, costituisce una pietra miliare nella cinematografia, avendo un'importanza fondamentale per diversi motivi.
Prima di tutto va considerato a tutti gli effetti l'atto di nascita del genere "noir": qui infatti vengono tracciate le caratteristiche di base che contraddistingueranno il genere, e che dovranno essere tenute presenti da tutti i registi che in seguito si cimenteranno con il noir.
Il film costituisce poi l'esordio alla regia del leggendario John Huston, già sceneggiatore di alcuni film per la Warner, e che con questo film si imporrà all'attenzione della critica.
Huston infatti già al suo primo film si dimostra geniale, riuscendo a gestire la complessa trama creando un atmosfera di dubbio e di mistero, claustrofobica (il film è quasi tutto girato in interni), dove nulla è quello che sembra.
E si dimostra innovativo, servendosi ampiamente del "Dutch angle", l'angolo olandese.
Ma "Il mistero del falco" resterà nella storia anche solo per il fatto che fu il primo film da protagonista per Humphrey Bogart, che sarà "la carta vincente dell'intera operazione." L' indimenticabile interpretazione che "Bogey" darà di Sam Spade, detective duro e cinico," diverrà l'archetipo della figura dell'investigatore privato nel noir" e surclasserà quelle di tutti i suoi colleghi che avevano impersonato Spade in precedenza.
E sarà appunto con questo film che avrà inizio il sodalizio tra Bogart e Huston, che successivamente produrrà capolavori quali "Il tesoro della Sierra Madre" o "La Regina d'Africa".
Ma sono entrati nel mito anche tutti gli altri membri del magnifico cast: Mary Astor, nella parte della doppia e ambigua Brigid O'Shaughnessy, i grandissimi Peter Lorre (che impersona il viscido Joel Cairo) e Sidney Greenstreet (al suo esordio sul grande schermo), nonché il nevrotico Wilmer interpretato da Elisha Cook Jr. D'antologia la scena finale, nella quale Spade cita Shakespeare: "The stuff that dreams are made off".
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