Regia di John Huston vedi scheda film
Pietra miliare.
Il guanto di sfida che viene lanciato in questo film a Bogart è un po' il guanto di sfida che il cinema noir lancerà da qui in avanti a tutti i suoi ombrosi e umbratili protagonisti. Donne, denaro, onore: signori, dovete pescare fra una di queste tre carte, e ciascuna di queste esclude le altre due. Il processo decisionale che sarà chiamato a sostenere Bogart non è certo facile e costituisce il cuore della pellicola, sfrondata di tutta la sua spettacolarità esteriore. Del resto il regista Huston sembra intendere suggerirci quanto sia fumosa - per quanto estremamente ben confezionata - tutta la vicenda che si svolge attorno al protagonista: ce lo suggerisce quando il famoso falcone, epicentro sino ad allora del plot, viene scoperto per quello che è, una volgarissima copia. Lo spettatore viene allora richiamato alla realtà: non devi guardare il dito - il falcone - ma la luna, cioè Bogart. Il centro di gravità di un noir è sempre il protagonista con il suo dilemma, e tale dilemma non è mai banale pur nella sua rigida codifica di genere. Ecco, l'investigatore qui ci sembra essere un monumento al cliché del noir: solitario, scontroso, ambiguo con le donne... Probabilmente non impazziva per il suo socio, sicuramente è molto attaccato al denaro, e senz'altro è un uomo che non disprezza fare il proprio particolare interesse anche a dispetto della legalità. Nel contrasto della sua scelta finale con la sua natura manifestata sta il bello di questo film e del genere noir. In quella scelta non vi è nessun cliché. Un genere fatto di uomini al confine tra bene e male che debbono prendere decisioni difficili. In particolare, Il mistero del falco fa da spartiacque storico per il genere noir all'americana così come Ombre rosse traccia una linea di confine all'interno del western. Humphrey Bogart come John Wayne: due maschere, due figure ancestrali che hanno avuto solo epigoni, mai mentori.
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