Regia di Ninì Grassia vedi scheda film
Paolo, figlio di un piccolo imprenditore, se la spassa durante l'estate a Ischia, tanto da portare avanti contemporaneamente due relazioni amorose. Quando il padre rivelerà di trovarsi nei debiti, però, tutto dovrà cambiare.
Nino D'Angelo non ci sta più? E allora cambio protagonista. Ninì Grassia, colui a cui spetta la colpa di avere introdotto al mondo del cinema il biondo caschetto partenopeo, una volta sciolto, dopo tre pellicole di successo in tre anni, il sodalizio con il suo 'cavallo vincente' (che riprenderà solamente per Fatalità, nel 1992) decide di puntare su un altro fenomeno di simile stampo. Gli confeziona addosso un melodramma-sceneggiata del tutto simile ai precedenti lavori, fra disgrazie, amorazzi e canzonette; ma Saverio Vallone - il protagonista di questo Una tenera follia - non è NDA, decisamente no. Tanto per cominciare non sa cantare come lui, grave handicap; e poi non ha la sua presenza esilarante, suo malgrado, sulla scena: Vallone è solo un attore mediocre, finito per caso a interpretare il Paolo di questa pellicola, e nulla di più (o di meno). La sceneggiatura dello stesso Grassia è il solito lavoruccio di scarsissimo appeal destinato a un pubblico televisivo e facilmente impressionabile/emozionabile; nel cast compaiono anche Yari Porzio, Sonia Viviani, Alex Damiani e altri nomi ancora più orientati verso l'anonimato. Nel complesso, un prodottino di poche idee e neppure particolarmente interessanti, tanto che Una tenera follia non può neppure aspirare ad avere un posto di qualche rilievo nella storia del trash nostrano. 1,5/10.
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