Regia di Hans Herbots vedi scheda film
Bellissimo thriller belga con al centro un tema forte ed sconvolgente come la pedofilia, molto sentito in una nazione che è stata colpita duramente sotto questo aspetto.
Il film però non vuole aspirare ad essere lo specchio di una denuncia sociale, non apertamente almeno, quanto inserire tale tema nella struttura di un thriller dove emergono traumi subiti, ricordi dolorosi ed un viaggio verso la parte più ignobile di un essere umano. Sequenze a volte forti, ma mai gratuite o peggio ancora compiaciute che lasciano però intuire uno dei modus operandi più aberranti che abbia visto in un film.
Qualche piccolo difetto di sceneggiatura c'è, però in fondo abbastanza marginali perché ha una struttura solida che riesce a disseminare falsi indizi e false piste per riuscire a tirare le somme in un finale straziante. Ben fatto tecnicamente e dotato di una fotografia cupa e angosciante che rimanda al Villeneuve di Prisoners e alle pellicole di David Fincher. Se gli americani lo adocchiano, ne fanno un remake in due nanosecondi.
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