Regia di David Lynch vedi scheda film
Bellissima e tenera fiaba che odora di macabro.
La vera storia di Joseph Merrick, ragazzo orribilmente deforme dell'Inghilterra vittoriana e del medico che se lo prese a cuore... Si può riassumere banalmente così la trama di questo film di Lynch eppure è davvero difficile coglierne l'essenza. Joseph Merrick (che qui si chiama John) è un ragazzo orrendo a vedersi, incredibilmente deforme, ma pregno di una sensibilità che pochi possono vantare. Mentre lui soffre per la sua anomalia, davanti a lui ha un mondo che non vuole far altro che sfruttarlo, guadagnarci quattrini e ridere alle sue spalle (persino il dottore che l'ha in cura ha delle crisi di coscienza) e spesso si vede come il mostro non sia lui, ma tutti gli altri umani pieni di sporcizia ed avidità. Hopkins (il dottore) ed Hurt (il ragazzo deforme) sono straordinariamente credibili nei loro ruoli, specialmente il secondo rende alla perfezione il suo personaggio caricandolo di sofferenza, umanità e tenerezza.
Lynch dirige la storia arricchendola col suo stile magico e surreale, facendola talvolta somigliare ad una bellissima e tenera fabia che odora di macabro. Il bianco e nero rende benissimo, la minuzia dei dettagli è elevata e spesso sembra di osservare un bellissimo quadro antico. Riguardo all'uomo elefante, Lynch cerca lo shock nello spettatore ed è difficile non restare inorriditi nel primo fotogramma in cui egli appare, salvo poi comprendere meglio l'umanità che affligge quest'uomo (che ha un'intelligenza comunque invidiabile) e la mostruosità che regna nell'animo degli altri. Difatti, in una scena, quando egli viene orribilmente imprigionato dal suo 'padrone' violento ed alcolizzato, sono gli altri mostriciattoli come lui a liberarlo. Ma chi sono i veri mostri?
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