Regia di Lee Toland Krieger vedi scheda film
Fiaba romantica accettabile.
Film con parecchi saliscendi, giocato molto sulla fisicità e fighezza della biondina tettona protagonista, Blake Lively, la Adaline del titolo, o meglio Edelain, come la chiamano gli Englishmen. Costei ottiene in un’incidente a 28 o 29 anni la giovinezza eterna, dal 1936 o giù di lì ad oggi non invecchia di un giorno.
Questa impossibilità di una vita normale, dove tuo figlio pare tuo nonno, è in realtà una maledizione, e in ciò il film è fatto bene, un supplizio che la costringe a trasferirsi spesso per non destare sospetti, a cambiare i documenti, a non avere una vita, sempre con la paura di potere diventare una cavia da laboratorio, poco volente o nolente.
Il film va avanti così benino o malino fino all’arrivo di Harrison Ford; da lì uno scatto in meglio e poco dopo, nel finale, un brusco scatto in negativo, con la soluzione per risolvere tutto, poco verosimile, tanto che la stessa Adaline pare una cretina.
In definitiva? Mah, anche una sufficienza, dai, il film si segue nonostante tutto, volentieri. Al botteghino senza lode e senza infamia.
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