Regia di Lee Toland Krieger vedi scheda film
Già visto, già previsto... Solo per inguaribili romantici.
Ci sono film che di per sè non sono fatti male ma mancano di quel necessario carattere distintivo in grado di incidere quanto necessario... ADALINE (direi che) rientra in pieno in questa definizione, opera di confezione apprezzabile ma fin troppo "già vista e prevista" nella sua evoluzione per potersi definire riuscita.
Già affrontato in diversi contesti, il tema dell'eterna giovinezza assume qui il volto di Adaline, interpretata dall'angelica ed elegante Blake Lively, la quale vive questo dono come una vera e propria condanna a causa dell'impossibilità di stringere relazioni durature, nonchè nell'obbligo di continui spostamenti e cambi d'identità al fine di mantenere segreto la sua incomprensibile caratteristica.
Nella più classica della trame romantiche, un nuovo (e imprevedibile) amore metterà Adaline sul punto di decidere se continuare a fuggire o coronare il suo desiderio sentimentale, anche perchè il padre del suo compagno non è un volto nuovo a lei...
Tenendo fede a linearità e semplicità di fondo, ADALINE scorre su binari ampiamente prevedibili (finale compreso), badando principalmente alla "confezione" che alla sostanza, lasciando agli interpreti il compito di emozionare, ottenendo un risultato non cestinabile ma fin troppo "masticato" per potersi definire soddisfacente.
Apprezzabile la prova di Blake Lively, attrice in notevole crescita e sorprendentemente poliedrica, a cui si abbina un efficace Harrison Ford mentre meno incisiva è la prova dell'emergente Michiel Huisman.
Da notare, in particolare per il pubblico femminile, la particolare attenzione data ai costumi, attraverso cui si percorre praticamente un secolo intero di moda...
Troppo poco, in sostanza, per definirsi accettabile...
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