Regia di Leone Pompucci vedi scheda film
Maria Celeste, una donna sola e avanti con gli anni, si vede affidare un neonato da una ragazza che fugge via. Un'auto in strada la falcia e il piccolo rimane con Maria Celeste. Nessuno sembra volerla aiutare, tanto che infine la donna decide di tenere il piccolo con sè.
Quindici anni ci sono voluti, ma finalmente Leone Pompucci ha avuto modo di girare il suo quarto film per il cinema, appunto a tre lustri di distanza da Il grande botto, sua terza opera; a dire il vero Leone nel basilico è arrivato in sala a fine 2015 quando ormai era pronto da oltre un anno, e il fatto che sia passato quasi inosservato rappresenta una nota di biasimo per il pubblico e per la distribuzione, più che per il film stesso. Il talento di Pompucci, anche sceneggiatore qui insieme a Giovanna Mori, è indiscutibile e al netto di qualche sequenza inserita per criteri puramente estetici e dispersiva dal punto di vista della trama, nonchè di un inizio caotico che stenta a dare forma al filo narrativo, si riconferma anche in questa occasione. Dopo qualche lavoro televisivo su commissione, sponda Rai, dev'essere stata una grande soddisfazione poter mettere in piedi questo Leone nel basilico: forse anche per questo il regista si lascia andare qua e là a quegli svolazzi sopra citati che poco lasciano in termini concreti, pur gradevoli comunque alla visione; non è d'altronde una novità il suo debito di riconoscenza con Fellini (ottima la scena conclusiva, totalmente felliniana; ma anche la colonna sonora di Paolo Vivaldi ricorda a più riprese le atmosfere di Nino Rota) e così pure quello con la commedia all'italiana dei tempi d'oro, dalla quale sembrano uscire alcune caratterizzazioni dei personaggi di questo film. Brava Ida Di Benedetto, affiancata da una meno incisiva Catrinel Marlon, da Domenico Diele e Carla Signoris nei ruoli principali. 6/10.
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