Regia di David Leitch, Chad Stahelski vedi scheda film
L'uomo nero fa paura, ma essere l'umo nero e far paura agli altri è troppo figo. E qui, di "fighitudine", ce n'è più che in abbondanza.
Che meraviglioso balocco è questo film. Ti siedi, guardi l'inizio e... fino alla sua fine vieni proiettato in un mondo parallelo di eleganti sicari che vivono fantasmagoriche avventure fatte di denaro, lusso ed uccisioni, dal quale nessuno può fuggire e del quale tutti vorrebbero far parte. Salvo il nostro eroe, apparentemente sfigato e sentimentale omuncolo che ha perso la moglie, gli hanno rubato l'auto ed ucciso il cane. Ed il bello è proprio qui: la regia riesce a rendere godibilissima la figura del supercattvo protagonista, amalgamando l'antitesi del killer spietato con i sani principi morali, trasformando lo sfigato in un figone che parla a bassa voce, che mantiene tutto ciò che promette, che indossa un impeccabile giacca e cravatta, che danza con un arma in mano come Bolle in calzamaglia. Certo, nel prodotto ci sono dei difettti, ma ad ogni ulteriore colpo a segno ed un cadavere in più lo spettatore allarga impercettibilmente il proprio sorriso, che alla fine della storia sarà un ghigno di soddisfazione, per aver vissuto un'avventura veloce e insensata, come il sognare lo sterminio dei colleghi antipatici e del capo irragionevole. Spietato.
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