Regia di Peter Bogdanovich vedi scheda film
Un Bogdanovich impresentabile, Non solo non raggiunge i livelli dello splendido Ultimo Spettacolo (impresa disperata, dato che si tratta di uno dei momenti più riusciti nella Storia del grande cinema USA di tutti i tempi, anche se aprì una strada talmente sofisticata che non fu battuta a sufficienza negli anni a seguire), ma non ci prova nemmeno. Puntando tutto sulla sdrammatizzazione, nel tentativo di arginare l'effetto-nostalgia, Bogdanovich confeziona un'opera inerte, prosciugando il racconto (?) da ogni genuina amarezza, cancellando ogni traccia di pathos sommesso, dimenticando l'epica meta-cinematografica che aveva fatto del predecessore un testo degno di Truffaut e della Nouvelle Vague, fotografando il Texas senza alcun acume poetico, arrancando pateticamente in ogni abbozzo di discorso critico sulla senilità del Grande Paese e, peggio che peggio, sputando ciniche e superficiali sentenze sull'America ai tempi di Reagan, per mezzo di annotazioni descrittive da vignetta umoristica. Attori e attrici allo sbando, orfani di una sceneggiatura e in balia di una regia distratta.
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