Regia di Peter Bogdanovich vedi scheda film
Il sequel de "L'Ultimo Spettacolo" non delude le aspettative. In meno c'è la nostalgia dell'originale verso un mondo, e un modo di fare cinema, ormai persi per sempre, ma resta l'ambiguo, e pessimista, ritratto, di una società, e di un paese, rimasto immutato e fossilizzato, con poche speranza da riporre nei giovani.
Più ironico rispetto al precedente, e solo per chi sa a memoria l'originale (difficile sennò stare dietro a tutti i personaggi, anche quelli minori), mette in primo piano il personaggio di Duane (Jeff Bridges, qui in una delle sue prove migliori, quasi una versione meno "cialtrona" del Drugo dei Coen), migliore amico del protagonista de "L'Ultimo Spettacolo", Sonny (Bottoms), che inizia a non starci più con la testa.
Duane ha avuto successo dalla vita: come impresario petrolifero è diventato ricco, ha una moglie, quattro figli, e innumerevoli amanti. Ma è insoddisfatto e disilluso. Almeno sino al ritorno della mai dimenticata Jacey (Cybyll Shepard), attrice in declino che ha perso un figlio di recente.
Un film sottovalutato e da riscoprire.
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